Guerra/1. La lezione di Sergio Mattarella

Il messaggio inviato lo scorso giovedì 24 dal Presidente Sergio Mattarella al congresso dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), al cui interno erano affiorate nei giorni precedenti posizioni neutraliste, non poteva essere più chiaro: “L’ingiustificabile aggressione al popolo ucraino di cui si è resa responsabile la Federazione russa ha fatto ripiombare il Continente europeo in un tempo di stragi, di distruzioni, di esodi forzati che fermamente intendevamo non avessero più a riprodursi dopo le tragiche vicende della Seconda guerra mondiale. Sono i valori della Resistenza che, ancora una volta, ci interrogano. In Ucraina e in tutta Europa”.

Il Presidente della Repubblica, eminente costituzionalista e componente della Corte Costituzionale al momento della sua prima elezione al Quirinale, si è espresso in modo nitido sul tema delle responsabilità in questa guerra, nella quale c’è uno Stato aggressore e un altro aggredito, che usa le armi per difendersi: per questa ragione la guerra che fanno gli ucraini – si ricava dalle parole del Capo dello Stato – non è di quelle che l’Italia “ripudia” sulla base dell’art. 11 nostra Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”), e la solidarietà che il nostro Paese esprime verso l’Ucraina ha una chiara legittimità costituzionale. Fermo restando che ogni azione violenta va evitata con ogni mezzo e fino all’ultimo momento possibile e che le responsabilità non sono mai da una parte sola.

Anche Papa Francesco continua a far sentire la sua voce contro la guerra: “Un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità. Non c’è giustificazione per questo. Supplico tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante”.

Di fronte agli studenti che cercano e si attendono dalla scuola una spiegazione di quanto sta accadendo agli insegnanti possono tornare utili le parole di Mattarella: “Il bersaglio della guerra non è soltanto la pretesa di sottomettere un Paese indipendente quale è l’Ucraina, l’attacco colpisce le fondamenta della democrazia, rigenerata dalla lotta al nazifascismo, dall’affermazione dei valori della Liberazione combattuta dai movimenti europei di Resistenza, rinsaldata dalle Costituzioni che hanno posto la libertà e i diritti inviolabili dell’uomo alle fondamenta della nostra convivenza”.

Quella di Mattarella è una grande lezione di educazione civica innanzitutto per i giovani, ma anche per chi mostra di non capire, o di aver scordato, quanto preziosa sia stata la riconquista della democrazia e della libertà nel nostro Paese.

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