PNRR, dalla negazione dell’autonomia scolastica alla rigidità generale: i racconti dei presidi nel sondaggio Cisl Scuola

Tempi troppo ristretti, carenza nell’organico del personale amministrativo e necessità di una robusta formazione del personale per affrontare la straordinarietà degli impegni cui le istituzioni scolastiche sono chiamate, sia per l’entità dei finanziamenti sia per la notevole quantità degli adempimenti richiesti. E poi ancora: scarsa funzionalità delle piattaforme informatiche e necessità di semplificazione, complessità relative alla gestione dei fondi e scarsa efficienza del supporto offerto alle istituzioni scolastiche. Sono queste alcune delle difficoltà legate all’attuazione del PNRR incontrate dai dirigenti scolastici che hanno risposto al sondaggio della Cisl Scuola dall’11 al 15 aprile scorso. In particolare, i 292 presidi che hanno risposto al sondaggio raccontano di trovarsi in presenza di una sostanziale negazione dell’autonomia scolastica. Le scuole per lo più hanno avuto il sentore di essere destinatarie di azioni che non hanno richiesto e soprattutto di essere chiamate a operare in un quadro di rigidità generale che non sempre ha permesso di connettere pienamente le azioni PNRR con le loro effettive esigenze e con quelle del proprio contesto territoriale.

Quasi la totalità dei dirigenti scolastici, il 96,9″% richiede infatti scadenze più distese e un’estensione dei tempi di realizzazione dei progetti assegnati. Molti presidi sottolineano inoltre che l’affastellarsi di moltissime attività rischia di vanificare i risultati e l’efficacia sostanziale delle azioni. I destinatari delle linee di finanziamento sono sempre gli stessi allievi e l’accavallarsi degli interventi conduce a una saturazione che potrebbe ostacolare gli esiti qualitativi e quantitativi attesi.

In generale, per i DS sarebbe stata opportuna una pianificazione generale degli interventi che consentisse di conoscere in anticipo le tematiche delle diverse azioni proposte per poterle meglio programmare e gestire in base all’utenza.

L’87,3% dei rispondenti ha ritenuto che sarebbe opportuna poi la stabilizzazione delle unità di personale dedicate al PNRR. Le segreterie sono ridotte ai minimi termini, con l’organico assegnato non di rado si è già in difficoltà a gestire l’ordinario, ancor più impegni di questa rilevanza. In alcuni casi i posti in organico restano effettivamente vacanti, per la difficoltà che talvolta si incontra nel reperire il personale disponibile a ricoprirli, a partire dai posti di DSGA. I dirigenti scolastici richiedono attività di formazione definite centralmente per il personale, in particolare sullo svolgimento dell’attività negoziale e sull’inserimento dei dati nelle piattaforme. La mancanza di una formazione specifica per affrontare la straordinarietà dell’impegno richiesto alle scuole è richiamata in modo ricorrente nelle risposte fornite e ne viene sottolineata la carenza per tutte le fasi amministrative previste e per tutto il personale coinvolto.

Le piattaforme informatiche messe a disposizione (troppe, da ridurre nel numero e da rendere interoperabili), che dovrebbero essere strumento di semplificazione, sono giudicate poco “amichevoli” e orientate a una cultura dell’adempimento, richiedono procedure difficilmente comprensibili e persino più gravose di quelle previste per i Pon, sulle quali è necessario e urgente un intervento risolutore da parte del Ministero. Ad esempio, oltre al fatto che l’accesso avviene esclusivamente tramite Spid personale del dirigente e alla difficoltà nel delegare compiti, il sistema richiede che il dirigente convalidi ogni sera i corsi realizzati nella giornata; in mancanza di tale convalida, addirittura esige sia fornita una motivazione. Anche la struttura del cronoprogramma appare confusa, eccessivi i documenti da caricare. Vengono segnalate dai dirigenti difficoltà di dialogo tra “PNRR istruzione” e “Scuola futura” e aggiornamenti tardivi di alcune funzionalità. La previsione di possibilità di delega di adempimenti e la necessità di una profilatura per azioni differenziate sui dati è proposta dall’86% dei rispondenti; ben il 90,7% richiede la semplificazione delle piattaforme. In generale emerge con chiarezza una stanchezza diffusa e insofferenza per procedure che sono avvertite come incongrue

Il 94,5% di chi risponde al sondaggio richiede poi la semplificazione delle attività negoziali. Se paradossalmente viene descritta come un problema l’assegnazione di molti (troppi) fondi, i punti critici maggiormente sottolineati sono relativi a tempistiche strette e non rispettose dell’attività ordinaria delle scuole, all’impossibilità per le scuole di esercitare pienamente l’autonomia nell’indirizzare l’uso di risorse tanto ingenti, alla burocrazia delle procedure spesso variate in corso d’opera o comunicate tardivamente. Altra questione molto sottolineata è relativa alla erogazione dei fondi. Non risulta, ad esempio, ancora aperta l’area di rendicontazione di alcuni progetti e viene ripetutamente segnalata la mancata erogazione dei fondi (acconti e saldi) con conseguenti problemi di cassa.

Il ritardo nell’erogazione dei fondi pone al dirigente la necessità di far fronte alle rimostranze dei fornitori per mancati pagamenti, o di ovviare con anticipazioni che però non tutte le scuole possono permettersi. Le scuole sono in definitiva esposte finanziariamente e le incertezze sulla procedura aumentano ansie e timori di non ricevere il saldo. Rispetto ai target fissarti e ai finanziamenti connessi, i dirigenti rilevano spesso la sovrapposizione di più azioni di formazione indirizzate alla stessa utenza. I suggerimenti si concentrano nella necessità di mitigare la rigidità procedurale, nella necessità che le procedure siano comunque comunicate integralmente prima dell’avvio dei progetti, che i kit di supporto siano messi a disposizione con tempestività, che sia possibile negoziare il target assegnato (richiesta del 88,5% dei rispondenti) e che sia possibile decidere di utilizzare solo una parte del finanziamento assegnato restituendo l’eccedenza (88,9%). Supporto offerto alle istituzioni scolastiche Non va meglio, secondo i dirigenti consultati, rispetto alla chiarezza delle istruzioni operative fornite alle scuole e nella risposta dello sportello di assistenza. I tempi di risposta sono giudicati buoni dal 67,8% e in grande ritardo dal 29,2%. Solo il 3% li ritiene ottimi. Analizzando la qualità e chiarezza delle risposte fornite dallo sportello, ben il 42,1% le giudica pessime. Le risposte dello sportello risultano in alcuni casi standardizzate, non pertinenti e vaghe rispetto ai casi specifici sottoposti. Quel che è peggio, vengono segnalate risposte contraddittorie date al medesimo quesito, presentato da più istituti scolastici.

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