Grembiule a scuola: divise anche le associazioni dei consumatori

Che la questione dei grembiuli fosse divisiva lo si sapeva in anticipo, perché anche in passato lo è stata tutte le volte che se ne è parlato. Si deve ritenere che lo sapessero anche i ministri Matteo Salvini e Marco Bussetti, che non a caso hanno risollevato la disputa in questa infuocata vigilia delle elezioni europee, in cerca di visibilità se non di identità (dell’area politico-culturale della Lega). Sulla proposta si sono divise anche due tra le più importanti associazioni dei consumatori, la UNC (Unione Nazionale dei Consumatori) e il Codacons.

Il presidente della UNC, Massimiliano Dona, ha detto di essere favorevole alla proposta di reintrodurre il grembiule, “ma solo per la scuola primaria” e “non però per dare più ordine e disciplina, quanto per far sentire i bambini parte di un gruppo. favorendo il senso di appartenenza alla comunità, riducendo le differenze e le disparità sociali”. “Quanto al costo”, ha poi aggiunto, “si tratta di un importo minimo per le famiglie, che peraltro verrebbe presto compensato grazie al minor costo e alla facilità di lavaggio del grembiule rispetto ai vestiti tradizionali”.

Immediata, e poco diplomatica, la replica del Codacons, che ha accusato l’UNC di voler “riportare i metodi fascisti nelle aule italiane”, e di negare “che tale divisa comporti un costo per le famiglie”, che ne trarrebbero anzi un vantaggio “come se si trattasse di una lavanderia”. E ancora: “Ci chiediamo se la prossima mossa dell’Unione Nazionale Consumatori sia quella di proporre che tutti i bambini si alzino in piedi sull’attenti gridando ‘urrà!’ quando entrano i maestri in classe, così come avveniva nel periodo fascista”.

Dopo questa damnatio ideologica nei confronti dell’associazione concorrente il Codacons estende il raggio della sua polemica tornando su tematiche e argomentazioni più rispondenti alla sua linea tradizionale: “La questione delle scuole e degli obblighi in capo a famiglie e studenti è problema serio che non dovrebbe essere affrontato con tanta superficialità, considerato soprattutto che gli italiani sono già costretti a sostenere costi enormi per i libri di testo, i cui prezzi aumentano di anno in anno, e per il corredo scolastico, spese che incidono in modo pesante sui bilanci familiari”.