Grattachecche, test di medicina e… buona educazione

Prendendo spunto dal nostro articolo Università e test di ammissione: in difesa della grattachecca, ci ha scritto, nella forma di lettera indirizzata al rettore dell’Università “La Sapienza” Luigi Frati, la nostra lettrice Anna Di Gennaro, il cui testo volentieri pubblichiamo.

Invitiamo gli altri lettori a inviarci le loro opinioni sul tema (o su altri temi nuovi da proporre), scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Leggere i quotidiani cartacei resta un piacere al quale non rinuncio facilmente, soprattutto se ciò avviene dopo l’interessante visita guidata ad una fortezza medievale dell’Appennino emiliano e l’aria fresca della collina m’invita ad osservare con maggiore attenzione le alterne vicissitudini dell’attualità di fine estate di sabato 10 settembre.

Resto particolarmente incuriosita dall’incipit stampato in prima pagina. Il titolo è accattivante, ma mi è in parte incomprensibile e decido di approfondire per verificare il grado della mia ignoranza terminologica: cosa sarà mai la “grattachecca”? Neologismo o livello mediocre della mia “cultura generale”?

Scopro trattarsi di bevanda estiva refrigerante, che conoscevo come granita ai vari gusti fin da quando ero esuberante adolescente. Preferibile gustarlo con cannuccia, meglio ancora se in allegra compagnia.

Quest’anno però, per accedere all’Università La Sapienza di Roma, la più grande d’Europa, qualche “sapiente” ha decretato che è uno dei quesiti. Il noto quotidiano, a tiratura nazionale, riporta anche altri test “somministrati”, per l’appunto, ai candidati all’ingresso al corso per accedere ai corsi di laurea in medicina, provenienti da ogni dove. La questione m’intriga, sorrido incredula e riguardo il paesaggio. Il cielo terso settembrino merita un altro sguardo prima di ripartire per Milano.

Ma ciò che di veramente amaro trovo tra le righe è la replica irritata dell’esimio rettore Luigi Frati. Infastidito dalle polemiche nonché dalle richieste di annullamento dell’esame, leggo che ha risposto seccamente: “Il quesito sulla granita romana l’avrebbe risolto anche un c…” Un messaggio in bottiglia da un’illustre sconosciuta.

Caro rettore, grazie del titolo. Se l’età me lo permettesse, sarei tra quelli. Ma a lei mancano buona educazione, rispetto umano e autocontrollo …mi creda, davvero un brutto segno il suo turpiloquio.

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