Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Gli economisti? Studino l’ecologia

E’ imminente la pubblicazione degli atti dell’importante convegno svoltosi a Roma nei giorni 11 e 12 dicembre 2013 sul tema “La Natura dell’Italia. Biodiversità ed aree protette: la green economy per il rilancio del paese”.

Nel convegno si è parlato anche di scuola, della necessaria e urgente introduzione di corsi di educazione ambientale e civica nelle scuole di ogni ordine e grado, con il concomitante aggiornamento degli insegnanti. Lo ha fatto in particolare il prof. Sergio Sgorbati, docente di botanica ed ecologia vegetale nell’università di Milano Bicocca (Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio e di Scienze della Terra), collaboratore di Tuttoscuola, a cui giudizio esiste uno stretto legame tra alcune basilari conoscenze ecologiche sul funzionamento degli ecosistemi e un’educazione civica proattiva che stimoli l’adozione da parte delle future generazioni di comportamenti corretti e responsabili nei confronti dell’ambiente e del suo patrimonio naturale.

Scarsa è stata tuttavia finora la consapevolezza, da parte della classe politica, imprenditoriale e in genere della società, dell’importanza di queste tematiche nella progettazione di un nuovo modello di sviluppo che coinvolga pienamente le scelte economiche del Paese. “Per oltre mezzo secolo”, sostiene lo studioso, “lo sviluppo economico ha comportato un sistematico, pesantissimo consumo del suolo, con estesa cementificazione dei litorali e delle principali pianure, un diffuso dissesto idrogeologico ed inquinamento delle acque interne e costiere, con conseguente semplificazione e distruzione degli ecosistemi e dei loro preziosi servizi. A fronte della proterva irresponsabilità civica degli speculatori, solo l’estrema complessità ed articolazione naturale del nostro territorio, costituito in gran parte da aree collinari e montane, lo ha difeso da una totale degradazione, con il provvidenziale concorso di alcune leggi sui Parchi e le aree protette”.

Per invertire questa tendenza occorrono però non solo nuove e appropriate leggi ma la crescita di una diffusa cultura ambientale ed ecologica che soltanto il sistema di istruzione è in grado di promuovere.  

Per quanto riguarda l’istruzione superiore “estremamente opportuna sarebbe l’introduzione di alcune discipline ecologiche di base negli ordinamenti didattici dei corsi di economia” perché, se, almeno a parole, sono tutti convinti che le economie occidentali, dopo un profondo periodo di crisi, debbano stimolare uno sviluppo basato sulla transizione da una ‘black ‘ad una ‘green economy’, non si capisce come i principali tecnici di questa trasformazione, gli economisti, debbano essere sprovvisti delle più basilari conoscenze ecologiche. Chi si occupa di pianificazione economica di un territorio deve comprendere pienamente il valore complesso, non solo economico, dei servizi ecosistemici legati alle infrastrutture verdi e che la loro corretta gestione è la base imprescindibile per riempire di effettivo significato l’abusata espressione dello sviluppo sostenibile”.

 

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