Giacomo Zagardo: in Finlandia 570 ore extracurricolari facoltative

Ritengo molto giuste le considerazioni di Giuseppe Bertagna sull’irrecuperabilità strutturale della scuola e quelle espresse in altra sede da Giovanni Cominelli sul “collasso silenzioso del sistema”, cedevole nelle sue fondamenta perché ha come base il modello ottocentesco di un enorme “apparato statale per costruire la Nazione”.

Riflessioni, queste, che si applicano bene anche al tentativo di scolasticizzare l’extrascuola (Primo punto del dossier: ottimizzare l’utilizzo delle strutture scolastiche). L’ideologia della onnipresenza assoluta dello Stato in materia educativa, messa da tempo in discussione nei paesi del nord Europa, si spinge da noi a far utilizzare spazi e professionalità scolastiche persino “al di fuori dei percorsi formali di istruzione”.

Dal momento che ho già scritto sulla necessità di allargare il concetto di ‘public education’ anche nel nostro Paese, consentendo alla società civile di fare scuola e formazione alla pari in un frame statale (http://sbnlo2.cilea.it/bw5ne2/opac.aspx?WEB=ISFL&IDS=17572http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/dg-ifts/area-iefp), ritengo pernicioso estendere le derive stataliste anche oltre un territorio che già presenta molti punti di criticità (basti pensare che quando un sistema scolastico non è veicolo di mobilità sociale ha già fallito il suo compito). Pertanto, tenendo in considerazione il peso crescente che, in molti Paesi, assumono elementi ‘al contorno’ delle attività tradizionali della scuola a cominciare dai servizi di supporto extrascolastici, vorrei aggiungere che questi non dovrebbero essere intesi come una necessaria appendice dello Stato, né, tantomeno, ricavarsi con i fondi pubblici una nicchia protetta dalla concorrenza.

La Finlandia può essere uno dei tanti esempi virtuosi: qui le Autorità municipali promuovono e finanziano 570 ore ad allievo all’anno di attività extracurricolari facoltative (Before – and After –School Activities), semigratuite perché può essere richiesto un piccolo contributo. Sono realizzate da provider di servizi privati o, comunque, non legati alla scuola.

Chi le pianifica coopera con le famiglie dei ragazzi interessati per assicurare un’offerta adeguata nell’ambito degli obiettivi generali assunti a livello nazionale. La particolarità, infatti, è che i contenuti centrali dell’extrascuola sono stabiliti dallo stesso Board che mette a punto i curricola per la scuola, mentre gli esiti sono monitorati dalle Autorità municipali. Le diverse attività forniscono un supporto al lavoro educativo della famiglia, prevengono l’esclusione e mirano a promuovere l’espressività, il benessere e la crescita personale (Emotional and Ethical Growth).

I tutor devono avere dal 2009 una laurea o un Master’s degree e attitudini ad agire come istruttori di gruppo. Quest’offerta libera e sovvenzionata, non legata alla scuola, diventa complementare a quella delle istituzioni scolastiche o delle Autorità municipali (che, in alcuni casi, forniscono attrezzature e personale).

* Ricercatore Isfol