Gelmini: regole condivise? Partiamo dall’università

In una ampia intervista al Corriere della Sera il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, entra nel merito del dibattito sulle riforme, e auspica che quella dell’università “possa diventare il primo esempio di riforma condivisa con l’opposizione“.

Secondo il ministro il disegno di legge da lei presentato, attualmente all’esame della commissione università e scuola del Senato, può fungere da banco di prova: “esiste tutto lo spazio per arricchirlo e migliorarlo“, dice Gelmini, ma “a patto che non sia un`occasione per i soliti annacquamenti, per la difesa dello statu quo. Insomma vorrei lavorare, con l`opposizione, per una vera riforma, non per un accordino al ribasso“.

L’intervista al ministro si allarga poi al quadro politico generale, e in particolare al problema della giustizia. Se nel Pd dovesse prevalere “la linea Veltroni-Franceschini“, cioè l’indisponibilità a trattare con l’attuale governo e presidente del Consiglio, “la maggioranza andrà avanti da sola, applicando il programma elettorale. Se l’opposizione invece diventerà ragionevole, possiamo ripartire dalla bozza Violante”.  Per la ripresa del dialogo occorrono due condizioni: “prendere le distanze da Di Pietro, e considerare Berlusconi non più un nemico ma un avversario politico, da battere solo con le elezioni“.

Intanto una prova di agibilità di un rapporto più costruttivo con l’opposizione potrà essere costituita dal ddl sull’università. Nei giorni scorsi anche Luigi Berlinguer aveva auspicato una svolta in questo senso, necessaria per battere le resistenze conservatrici del mondo accademico, ben rappresentate in Parlamento in entrambi gli schieramenti politici.