Gelmini: ‘Cambierò le regole su mobilità e conferma precari’

Quasi 200 mila docenti cambiano sede anche quest’anno. 70 mila per scelta, gli altri perché precari. Nell’anno passato raggiunto il record della discontinuità didattica: 29,4% di docenti "nuovi" nella sede; nelle scuole medie del Nord Est si è arrivati al 45%, e nella provincia di Isernia al 73%.

Suona la prima campanella, e per 7 milioni e 806 mila studenti della scuola statale cominciano le sorprese: cambia il team degli insegnanti. Molti di quelli che c’erano a giugno non ci sono più. Sono oltre 180 mila, secondo una stima di Tuttoscuola, i docenti che riprendono servizio in una sede diversa da quella occupata a giugno.

Tra trasferimenti di sede, pensionamenti e nomine provvisorie del personale non di ruolo, ogni anno nei collegi docenti si registra un via vai di arrivi e partenze.

Ma dal prossimo anno il fenomeno si potrebbe ridurre: nell’intervista sul numero di settembre di Tuttoscuola – di cui si fornisce un’anticipazione – il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini annuncia un drastico giro di vite.

Questo fenomeno “è demenziale – afferma il ministro – non è nell’interesse delle famiglie e non è produttivo. E’ indispensabile uno snellimento delle regole di funzionamento del sistema, dal contenimento della mobilità dei docenti alla semplificazione delle procedure di nomina e assegnazione del personale“.

La Gelmini chiarisce nell’intervista di voler intervenire sulla mobilità territoriale e professionale del personale di ruolo, limitandola e di voler dare la possibilità ai dirigenti scolastici di confermare per più anni nella stessa sede il personale non di ruolo.

La mappa della discontinuità didattica

Come si arriva a numeri così elevati? Analizziamo i dati dell’anno scolastico 2008/09. I conti sono presto fatti. Il 16,6% di docenti sono i precari che vengono nominati di anno in anno su scuole diverse, il 9,6% sono docenti trasferiti da altra sede, il 3,2% sono stati i nuovi immessi in ruolo: 29,4% a livello totale. E alle superiori si arriva al 32% e alle medie al 38%.

Ma ci sono province nelle quali si supera addirittura il 50% (alle medie Isernia 73%, La Spezia 70%; alle superiori Vercelli 50%, Sondrio 43%, Siena 42% etc).

L’argomento è approfondito in uno speciale del numero di lunedì 13 settembre di TuttoscuolaFOCUS.