Fuoco amico su Padoa Schioppa

Per certi versi sembra di tornare ad antiche consuetudini, pre “seconda Repubblica”, quando il ministro del Tesoro pro tempore doveva vedersela più con gli amici (altri ministri, esponenti della maggioranza di governo, poteri più o meno forti e lobby varie) che con i “nemici”, che ovviamente facevano il loro mestiere di oppositori, ma poco potevano influire sulle decisioni.
Con l’avvento del bipolarismo, almeno dal 1996, il fenomeno è continuato, come mostra la storia delle leggi Finanziarie, ma la creazione di un unico Ministero dell’Economia e ministri autorevoli come Carlo Azeglio Ciampi e Giulio Tremonti hanno un po’ arginato il fenomeno, suscitando (soprattutto il secondo, che per un po’ ci ha anche rimesso la poltrona) forti tensioni e risentimenti all’interno delle rispettive maggioranze di riferimento.
Ora il fenomeno del “fuoco amico” sembra ripresentarsi, tanto che è da segmenti politici e sociali che hanno elettoralmente sostenuto l’attuale maggioranza che partono divieti e richieste, con toni sempre più decisi. Per quanto riguarda il settore dell’istruzione, sono soprattutto i sindacati confederali a fare blocco contro le ipotesi di tagli di spesa, e a chiedere anzi più risorse, facendo presente che l’Italia si colloca al di sotto della media europea di spesa pubblica per l’istruzione (4.7 contro 5.1 in rapporto al Pil), e la Gilda insiste per la rapida assunzione dei precari.
Anche dai partiti della sinistra cosiddetta “radicale” giungono sollecitazioni pro precari e per l’aumento dell’obbligo scolastico. I Comuni e le comunità montane fanno sapere di essere contrari alla chiusura delle loro scuole, anche se piccole. Le Regioni e varie associazioni si oppongono al taglio dei docenti di sostegno. La vicepresidente della Commissione Istruzione del Senato Maria Pellegatta (Verdi-Comunisti italiani) chiede al governo di “dotare le scuole di insegnanti di italiano per studenti stranieri e promuovere un accordo con gli Enti locali per l’utilizzo dei mediatori culturali e linguistici“. Persino dall’interno dello stesso Ministero della PI parte dalla sottosegretaria De Torre la proposta di “insegnare l’italiano agli alunni stranieri e alle loro famiglie, cambiare i programmi, revisionare i testi e formare i docenti“. Lo stesso ministro Fioroni (criticato dalla CGIL) è in cerca di 167 milioni per ripristinare il fondo per le paritarie tagliato da Tremonti.
Il conto? A Tommaso Padoa Schioppa, naturalmente.