Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Francia: inglese obbligatorio? Allora lo reinventiamo…

C’è polemica, in Francia, sulla proposta della commissione Thélot di far studiare obbligatoriamente l’inglese fin dalla scuola elementare. Attualmente il 97% degli studenti della scuola media e dei licei lo studia, ma lo impara poco e male, comunque peggio degli studenti spagnoli e scandinavi, come lamenta un editoriale di Le Monde. Per ottenere risultati migliori, dicono gli esperti, bisogna cominciare prima.
Ci hanno provato, dal 1989 ad oggi, vari ministri dell’educazione francesi, di orientamento politico diverso (Jospin, Bayreu, Allègre, Lang), ma tutti si sono finora scontrati con resistenze diffuse e trasversali, che hanno unito nazionalisti e gauchistes, e anche la maggior parte dei sindacati della scuola. L’attuale governo è diviso: il presidente del consiglio Raffarin e il ministro dell’educazione Fillon sono favorevoli, mentre è il presidente Chirac a frenare, in nome della “diversità culturale”, da salvaguardare rispetto alle tentazioni egemoniche degli USA.
Sembra che lo stesso ministro degli esteri francese Barnier sia deboluccio in inglese. In compenso pare proprio che non gliene importi nulla. A lui come alla grande maggioranza dei francesi, quello che non va giù è l’idea che l’inglese diventi la lingua veicolare per eccellenza, come era stato il francese nell’ottocento, e che a Bruxelles, città di tradizione francofona, quasi tutti i documenti ufficiali dell’Unione Europea siano ormai redatti in inglese.
Come uscire dall’impasse (tanto per usare un termine francese)? La proposta che va maturando è quella di rafforzare sì lo studio dell’inglese, ma non di quello che parlano gli americani e gli inglesi: in pratica si penserebbe ad un inglese per la comunicazione internazionale, semplificato e mobile (“flottant”, dicono i francesi): un inglese insomma “da reinventare”, e usato da tutti i non anglofoni.

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