Formazione docenti/3. Bertagna per la formazione in servizio

La legge 79 ha riservato un notevole spazio, oltre che alla formazione iniziale dei docenti, a quella degli insegnanti in servizio: un problema che è all’ordine del giorno dei governi e dei ministri dell’istruzione di tutto il mondo, alle prese con le ripercussioni educative della rivoluzione digitale in corso, e che è ancor più rilevante in un Paese, come l’Italia, che ha un corpo docente di età media elevata, formato (ma più spesso non formato specificamente) in un tempo nel quale la scuola e gli studenti avevano caratteristiche molto diverse da quelle che hanno assunto negli ultimi anni.

La citata legge (che, va sempre ricordato, dà attuazione al PNRR) istituisce per la formazione degli insegnanti in servizio la “Scuola di Alta formazione del sistema nazionale pubblico di istruzione, posta sotto la vigilanza del Ministero dell’Istruzione”. Tale Scuola:

– promuove e coordina la formazione in servizio dei docenti di ruolo, in coerenza e continuità con la  formazione iniziale di cui agli articoli precedenti “nel rispetto dei principi del pluralismo e dell’autonomia didattica del docente, garantendo elevati standard di qualità uniformi su tutto il territorio nazionale” (uniformità che sarà ben difficile assicurare, come nel caso della formazione iniziale per le ragioni viste nella notizia precedente);

– coordina e indirizza le attività formative dei dirigenti scolastici, dei direttori dei servizi   amministrativi generali, del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, garantendo elevati standard di qualità uniformi su tutto il territorio nazionale;

– sostiene un’azione di costante relazione cooperativa e di coprogettazione con le istituzioni scolastiche “per la promozione della partecipazione dei docenti alla formazione e alla ricerca educativa nelle medesime istituzioni”.

Per lo svolgimento delle sue attività istituzionali, la Scuola si avvale dell’apporto dell’INDIRE e dell’INVALSI, è dotata di autonomia amministrativa e contabile, si raccorda per le funzioni amministrative con gli uffici del Ministero dell’istruzione competenti in materia e “stipula convenzioni con le università, con le istituzioni AFAM e con soggetti pubblici e privati, fornitori di servizi certificati di formazione”.

Compiti, come si vede, di grandissima importanza e delicatezza, una vera sfida. A presiedere la Scuola è stato chiamato Giuseppe Bertagna, docente emerito di Pedagogia nell’Università di Bergamo, nominato con decreto (la legge prevede un DPCM) firmato – secondo quanto anticipato dal quotidiano “Italia Oggi” – dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano su proposta del Ministro Valditara.

Le idee e le proposte di Bertagna – che fu membro della commissione Brocca, poi fu tra i principali collaboratori di Letizia Moratti e Valentina Aprea, recentemente ha partecipato a commissioni istituite dal ministro Valditara – sono ben note anche ai lettori della nostra newsletter, che ne ha parlato anche nello scorso gennaio 2023 in occasione della pubblicazione di un suo volume dedicato all’inclusione, apparso in sintonia con le idee del ministro in materia di personalizzazione dell’azione didattica.

Una vera sfida, ripetiamo, un altro aspetto della “difficile scommessa” della quale abbiamo parlato la scorsa settimana. Al Prof. Bertagna il nostro augurio di buon lavoro, nella consapevolezza delle grandi difficoltà che gli toccherà (cercare di) affrontare, e sulle quali offriamo una riflessione nella notizia successiva.

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