Fioroni e Regioni: un dialogo possibile

Mercoledì 18 ottobre il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni si è incontrato con gli assessori regionali del settore scuola e formazione per un confronto sulle problematiche finanziarie ed istituzionali.
La coordinatrice degli assessori, Silvia Costa, ha sottolineato che gli interventi previsti nella Finanziaria 2007 relativi all’obbligo d’istruzione, alle classi primavera e all’educazione degli adulti possono essere i perni sui quali ruotare per realizzare una politica di qualità per la scuola e dai quali trarre direzioni di lavoro finalizzate alla prevenzione e al contrasto degli insuccessi scolastici.
Questo scenario implica un’integrazione dei diversi livelli istituzionali perché i rapporti tra Stato, regioni ed enti locali sono sempre più percepiti come lo scenario nel quale collocare le decisioni. Ciò richiede di rendere coerente – secondo la Costa – la parte normativa della legge Finanziaria 2007 con la riforma del Titolo V che postula un forte coinvolgimento delle Regioni, che intendono essere interlocutori non occasionali delle amministrazioni centrali, nella ricerca delle soluzioni da adottare su alcune specifiche questioni ( rapporto alunni-classe, Indire, Irre, Invalsi etc.).
Il ministro Fioroni ha concordato sulla necessità di costruire un rapporto collaborativo tra Stato e Regioni e di definire l’oggetto, i tempi e gli strumenti di trasferimento dello competenze tra Stato e Regioni.
E’ importante rendere “economicamente responsabili” le Regioni, realizzando il federalismo fiscale previsto dall’art. 119 della Costituzione
Fioroni ha fatto presente, inoltre, che sta mettendo a punto la nuova articolazione organizzativa del Ministero della pubblica istruzione. Vanno approfondite le possibili implicazioni sull’amministrazione centrale e periferica che derivano dalla riforma del Titolo V e dalla rilevanza costituzionale riconosciuta all’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Un incontro positivo, ha concluso il ministro, che può concorrere a consolidare nei decisori politici la consapevolezza della significatività e complessità dei processi attuativi di decisioni che richiedono attività ed approfondimenti da parte di tutti i soggetti istituzionali.