Finanziaria, sindacati all’attacco: abbiamo già dato

Il prossimo 26 settembre i sindacati scuola Cgil, Cisl e Uil incontreranno il presidente del Consiglio Prodi per parlare di rinnovo del contratto, di precariato, di investimenti. Ma soprattutto per bloccare qualunque proposito di ridimensionamento della spesa per l’istruzione.
I segnali erano chiari già da qualche tempo, da quando si sono diffuse le prime notizie sui tagli alla spesa per la scuola che il ministro dell’Economia intenderebbe inserire nella prossima legge finanziaria. Un preavviso dell’orientamento di Tommaso Padoa Schioppa, d’altra parte, lo si poteva dedurre anche dalla puntigliosa tabella comparativa sul rapporto docenti-allievi in Europa che compariva nel DPEF. E tra le vittime designate si parlava in queste settimane soprattutto dei docenti di sostegno, il cui numero è cresciuto notevolmente durante il quinquennio morattiano.
Ma Panini, Scrima e Di Menna nella conferenza stampa di venerdì scorso sono stati chiarissimi: presentando un dossier sulla situazione della scuola italiana (personale, classi, alunni, retribuzioni), hanno affermato che caso mai l’Italia dovrebbe spendere di più per l’istruzione, visto che in rapporto al PIL da noi si spende solo il 4.6%, contro la media OCSE del 5.1%.
I dati che presentiamo non ammettono tagli, dovrebbero invece far riflettere su un cambio di prospettiva” hanno detto, definendo “cinica” l’idea di ridurre il numero degli insegnanti di sostegno. Altrimenti “se la risposta sarà tagliare, non esiteremo a scendere in piazza“. Anche perché, avvertono i sindacalisti, ci deve essere da parte del Governo “coerenza con i programmi presentati agli elettori“.
La scorsa settimana ci chiedevamo se la “luna di miele” nei rapporti sindacati-governo stava per finire. Ora abbiamo la risposta.