Finanziaria 2007: un progetto o una semplice tenuta di conti?

Su “Repubblica” sono state sottolineate (28 novembre 2006) le disparità di un Paese immobile dove “…la classe di origine…limita la possibilità di movimento all’interno dello spazio sociale…l’accesso all’istruzione del nostro Paese presenta ancora profonde disuguaglianze legate sia alla situazione familiare che ai contesti territoriali…”.
La questione centrale – si sostiene – è innalzare il peso delle competenze acquisite a scuola, che hanno una forte incidenza nella determinazione dei destini occupazionali, sociali ed educativi dei nostri giovani.
E’ urgente correre ai ripari, ma non è facile perché la scuola sembra aver smarrito la capacità di proiezioni nel futuro, come si evince anche dalla recente indagine dello IARD sulla condizione giovanile, i cui risultati sono stati presentati da Riccardo Grassi lo scorso 5 dicembre al Ministero della Pubblica istruzione. Nel documento di presentazione, che offre un quadro ricco e composito della realtà dei giovani dai 15 ai 34 anni, si legge tra l’altro che “…le politiche giovanili come scelte culturali della politica devono mutare contenuto“.
La questione prioritaria non è – per usare le parole del ministro Fioroni – dire “basta con i progetti, basta con tutti gli interventi… che hanno trasformato la scuola in un progettificio” ma verificare che gli interventi di arricchimento dell’offerta formativa siano aggiuntivi e non sostitutivi delle attività didattiche da svolgere nell’orario ordinario delle lezioni, e soprattutto convincere le istituzioni, le famiglie, i giovani, i docenti che la scuola serve.
Ciò richiederebbe l’adozione di misure a sostegno di una politica del diritto allo studio impostata su basi nuove, capaci di garantire le fasce disagiate, la disponibilità di opportunità di scelta ma anche del cambiamento delle scelte, su una anagrafe territoriale dei giovani che non sia la mera fotografia dell’esistente. C’è bisogno di un progetto politico complessivo capace di incidere sui deficit attuali e dare senso e corpo all’evoluzione della scuola.