Federalismo e scuola: una strada obbligata per lo sviluppo

La scelta del Governo, che le risorse finanziarie aggiuntive non sono tutto, si potrebbe anche comprendere solo se riuscisse a dare concretezza operativa al federalismo fiscale con il quale – si legge sempre nella nota di trasmissione del Dpef ai Presidenti di Camera e Senato – si è voluto “…dare piena attuazione al Titolo V della Costituzione, in concerto col sistema delle Regioni e delle autonomie locali“.
Il federalismo, infatti, significa diversa distribuzione delle responsabilità, e i governi territoriali dovranno assumersi le proprie, il che impone, innanzi tutto, la definizione di un nuovo modello di governance interistituzionale che deve garantire la certezza del riparto delle competenze legislative e regionali, valorizzando l’autonomia degli enti locali nonché l’autonomia funzionale delle autonomie scolastiche.
Una prospettiva impegnativa e consistente che permetterebbe di avviare per il settore dell’istruzione un indirizzo politico volto a rivitalizzare il disegno complessivo delle politiche formative.
In questa prospettiva si muove il Master Plan, approvato il 14 dicembre dalla Conferenza delle Regioni con il quale viene formulata una proposta operativa per giungere ad un Accordo Quadro tra Regioni e Ministero della Pubblica istruzione funzionale a “garantire l’integrazione dei percorsi delle risorse e dell’offerta formativa“.
Un documento significativo che pone questioni di merito e di metodo per realizzare una nuova governance del sistema educativo.