Eppure dobbiamo investire nella formazione dei giovani. L’intervista a Caterina Zambianchi del gruppo Maschio Gaspardo

I giovani italiani avrebbero bisogno di ulteriori incentivi per iscriversi all’università e per laurearsi. Le tasse sono troppo alte, i Neet (giovani che non studiano e non lavorano) sono troppi. Per i ragazzi il panorama italiano raccontato dall’ultimo rapporto Ocse non è sicuramente uno dei più allettanti. Eppure c’è chi crede ancora nei talenti e nella formazione dei giovani.  Parliamo del gruppo Maschio Gaspardo, una società italiana produttrice di attrezzature agricole per la lavorazione del terreno, la semina, la fertilizzazione, il trattamento delle colture, la manutenzione del verde e la fienagione. Fondata nel 1964 dai fratelli Egidio e Giorgio Maschio, da un po’ di anni a questa parte ha iniziato a impegnarsi nella formazione e nell’avvicinamento degli studenti al mondo del lavoro.
Nel 2017 è stata istituita la borsa di studio dedicata a «Egidio Maschio» per i figli più meritevoli dei dipendenti, e solo un anno prima, nel 2016, è stata inaugurata Maschio Academy, la nuova scuola di formazione commerciale e tecnica di Maschio Gaspardo. La formazione sembra essere quindi un tema molto caro all’azienda e a spiegarci quanto è Caterina Zambianchi, Direttore Marketing Operativo Maschio Gaspardo.

Che responsabilità pensa che abbiano le aziende nei confronti dei giovani e del loro inserimento nel mondo del lavoro?
«Noi di Maschio Gaspardo siamo convinti che le aziende abbiano il dovere di assistere i giovani nel corso dei loro studi, fin dalla scelta delle scuole superiori, aiutandoli da subito a capire cosa il mondo del lavoro può offrire loro. Se i ragazzi sono i semi, l’azienda, la scuola e la famiglia devono lavorare insieme per essere per loro terra, acqua e sole, per permettere loro di crescere e arrivare a inserirsi meglio e più rapidamente nel mondo del lavoro. La Maschio Academy e la borsa di studio dedicata a nostro fondatore Egidio Maschio sono solo alcuni dei modi in cui abbiamo cercato di rendere concrete e tangibili queste nostre convinzioni. Sono infatti diversi anni che apriamo le porte della Maschio Gaspardo ai ragazzi che ancora studiano, proprio con l’intento di aiutarli ad acquisire gli strumenti necessari per scegliere al meglio il loro futuro e siamo felici di dire che continuiamo e continueremo a farlo».

Nel 2018, l’azienda ha ospitato alcune scuole di agraria italiane ed estere e recentemente il gruppo Maschio Gaspardo ha ricevuto un riconoscimento da parte di Cna Padova per l’impegno dimostrato nell’ambito dell’iniziativa “Facciamo impresa nella scuola”. Qual è lo scopo di iniziative come queste?
«Sentiamo molto forte il legame con il nostro territorio collaboriamo sempre con piacere con le associazioni che si pongono come obiettivo quello di accompagnare e supportare i giovani nel loro percorso di crescita. “Facciamo impresa nella scuola” si rivolge in particolare ai ragazzi della scuola media. Crediamo che permettere loro di iniziare ad esplorare e vivere l’azienda, capendo come è strutturata e quali sono le posizioni che possono essere ricoperte, possa rappresentare per loro un’opportunità utile in una fase in cui si trovano a dover compiere una scelta scolastica importante. Per motivarli ulteriormente e premiare la buona volontà e l’impegno dei partecipanti, viene offerto un piccolo premio in libri per gli studenti che svolgono i temi giudicati più meritevoli sulla loro esperienza in azienda».

Da un po’ di tempo a questa parte la dimensione pratica ha acquisito sempre più peso a scuola, ne sono un esempio le esperienze di Alternanza Scuola Lavoro grazie alle quali tanti studenti hanno iniziato a prendere confidenza con il mondo del lavoro, anche se spesso sono state oggetto di polemiche. Lei che ne pensa?
«Nei mesi scorsi abbiamo ospitato volentieri alcuni ragazzi nell’ambito di progetti di Alternanza Scuola Lavoro, nella ferma convinzione che i giovani possano un domani esprimere sempre più brillantemente il potenziale del nostro settore, innovando e migliorando ulteriormente i risultati che stiamo raggiungendo oggi. Sicuramente l’impegno formativo costituisce un investimento senza ritorni immediati per le aziende, ma noi portiamo avanti queste iniziative con responsabilità e interesse poiché crediamo che simili esperienze consentano ai ragazzi di capire meglio come funzioni l’azienda, di entrarne nelle dinamiche e di toccare con mano le possibilità e i vari ruoli che esistono in un’azienda strutturata come la nostra. Gli studenti si trovano inoltre a doversi confrontare con i colleghi e con il tutor, provando a lavorare in un contesto di team: un altro valore per noi importantissimo nella crescita personale e professionale».

Secondo i più recenti dati Istat, sarebbero in aumento i laureati italiani che si trasferiscono all’estero: nel 2017 sono stati quasi 28 mila, +4% rispetto al 2016. Come valuta questo fenomeno?
«Si tratta di un trend ormai tristemente noto. Credo che in quest’ottica diventi ancora più importante investire nei giovani e valorizzarne i talenti, in modo che sentano che anche il nostro Paese possa offrire loro le stesse opportunità che oggi vanno a cercare all’estero. Occorre che i ragazzi percepiscano le aziende come luoghi in cui poter crescere, trovando terreno fertile per mettere alla prova le proprie competenze e occasioni per continuare a formarsi e ad apprendere».

Che consigli darebbe a quei giovani che ancora non hanno trovato la propria strada?
«Il mio consiglio è di non fermarsi e di continuare ad informarsi e a cercare un confronto con chi ha esperienze interessanti per capire quali siano le possibilità. Approfondire i propri interessi, inoltre, permette di mantenere sempre viva la curiosità e acquisire competenze nuove che possono essere utili in vari ambiti, anche i più inaspettati. L’apertura e la propositività possono infatti aprire molte strade ed è possibile che tra queste si trovi proprio quella che fa per loro”.