Emergenza Napoli/3: il tempo pieno che non c’è

Forse il tempo pieno della scuola elementare non può risolvere tutti i problemi sociali e culturali, ma un aiuto, come servizio sociale, lo può dare alle famiglie e, come servizio educativo arricchito e ampliato, lo può dare ai ragazzi.
Se il tempo pieno ha questa funzione, dovrebbe essere presente là dove c’è impegno di lavoro dei genitori, ma anche dove le famiglie hanno bisogno di aiuto continuato a svolgere la loro azione educativa e formativa verso i figli.
Più tempo scuola può sottrarre tempo alla strada che, in casi come quelli di Napoli, non rappresenta certamente la condizione ideale per la formazione della persona e della sua educazione alla legalità.
Ma Napoli, del tempo pieno nella scuola elementare, sembra che non sappia cosa farsene, visto che quelle poche realtà scolastiche funzionanti rappresentano poco più dell’1% del totale.
Per istituire classi e scuole a tempo pieno non basta disporre di insegnanti (ce ne vogliono almeno due per classe e il ministero in questi anni ha dato risposte positive), ma occorrono spazi, locali adeguati e servizi di mensa. Perciò senza il sì dei Comuni, non vi può essere tempo pieno.
Forse proprio per questo nel 2005-2006 nell’intera provincia partenopea le classi di scuola primaria funzionanti a tempo pieno sono state solamente 104 su un totale di 8.627, pari all’1,21%.
Da anni il numero delle classi a tempo pieno è in aumento, ma non a Napoli dove, rispetto a cinque anni fa l’esiguo numero di classi a tempo pieno (1,37% del totale) è addirittura diminuito. A Milano, tanto per avere un elemento di confronto, le classi a tempo pieno sono aumentate toccando nel 2005-06 l’88,35% del totale classi funzionanti (va ricordato che la stessa legge 148/90 in qualche modo favorì la domanda sociale di “più tempo” a scuola delle aree del Nord a vocazione industriale).
In Italia il 23,34% delle classi di scuola primaria-elementare funziona a tempo pieno, ma nelle grandi città del sud questo modello di scuola è scarsamente presente:
A Catania c’è soltanto l’1,33% di classi a tempo pieno, a Palermo l’1,57%, a Bari il 3,96% e a Caserta il 9,90%. Le cause? Mancanza di mense, di personale ausiliario, di aule attrezzate e di spazi verdi, e forse la tiepidezza di famiglie e docenti.