Emergenza Coronavirus, per la didattica a distanza non servono gli organi collegiali. Vince il modello Mezzolombardo

Coronavirus: nel nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che sospende sull’intero territorio nazionale i servizi educativi per l’infanzia e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado vengono anche indicate e puntualizzate le modalità della didattica a distanza. Con una interessante sorpresa.

Leggi il testo del nuovo DPCM

Leggiamo nel DPCM: “I dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità (art. 1, comma 1, lett. g) del DPCM 4 marzo 2020)”.

Come si può notare, è scomparso qualsiasi riferimento agli organi collegiali della scuola (da sentire o con cui concertare le nuove modalità).

Il servizio di Tuttoscuola che ha acceso i riflettori sulla diffida legale da parte di un sindacato ricevuta da una preside di Mezzolombardo, in provincia di Trento, che la scorsa settimana aveva tempestivamente organizzato lezioni a distanza per gli studenti, con il coinvolgimento dei docenti ma senza aver formalmente convocato il Collegio docenti (essendo la scuola chiusa), ripreso dal Corriere della sera e da tutti i media, ha dunque prodotto un effetto.

Non solo. Si dice che “I dirigenti scolastici attivano anziché ‘possono attivare’”.

I capi d’istituto, quindi, nei limiti delle disponibilità tecnologiche e delle capacità operative dei loro insegnanti hanno il compito di mettere in atto in qualche modo l’on line con gli alunni. Il che può essere più facile e possibile per gli studenti delle superiori che per gli alunni di primaria o della scuola dell’infanzia. Ma va tentato in qualche modo.

Potremmo, comunque, chiamarlo il modello Mezzolombardo, cioè quello dell’istituto Martini della località trentina dove una iniziativa analoga della dirigente scolastica era stata pesantemente contrastata da alcuni sindacati locali, uno dei quali (Uil scuola) ha inviato una diffida tramite ufficio legale per non avere concordato le nuove modalità con gli organi collegiali (come indicava il DPCM del 23 febbraio). 

Il segretario nazionale del medesimo sindacato aveva condiviso quelle sorprendenti ragioni, ma la sua posizione non aveva trovato molti consensi.

La dirigente scolastica trentina ha inviato al direttore di Tuttoscuola questa nota: “Sparito il ‘sentito il collegio docenti’ che era nella bozza circolata qualche ora prima. Brava la ministra! Battaglia vinta! Grazie mille a lei e alla sua rivista per la campagna di stampa che è stata fondamentale. Buona giornata”.