Elezioni: netto successo del PDL

L’esito delle elezioni politiche è chiaro: tra i due partiti “a vocazione maggioritaria” gli elettori italiani hanno scelto il PDL di Silvio Berlusconi, ma hanno anche dato una chiara indicazione per la semplificazione del sistema politico, penalizzando i partiti minori che si collocavano o alla destra o alla sinistra delle due formazioni maggiori. Solo l’UDC, tra i partiti minori, avrà rappresentanza parlamentare, ma non tale da poter svolgere quella funzione di ago della bilancia che era forse nelle sue speranze nel caso che dalle urne fosse scaturito il cosiddetto “pareggio”.

Colpisce l’uscita di scena della cosiddetta “sinistra radicale”, che nella breve legislatura conclusasi con le elezioni testè svoltesi poteva contare su una notevole forza parlamentare (attorno al 10%), e aveva avuto nel settore della politica scolastica uno spazio rilevante, sia per quanto riguarda le politiche (in particolare sulla vicenda del precariato), sia per ciò che concerne la rappresentanza istituzionale, con la presidenza della commissione cultura delle Camera assegnata a Pietro Folena (PRC), e la vicepresidenza ad Alba Sasso (ex sinistra DS), entrambi ora esclusi dal nuovo Parlamento.

Restano in campo, sostanzialmente, solo le due aggregazioni politiche maggiori, con un passaggio da un sistema bipolare, che comportava la formazione di coalizioni vastissime ma assai eterogenee e contraddittorie, ad un sistema tendenzialmente bipartitico, che dovrebbe assicurare una maggiore governabilità e coerenza di linea politica anche per quanto riguarda il settore della scuola e dell’università e ricerca, che torneranno a far parte di un unico ministero.