Effetto elezioni. Cambia tutto nella Conferenza Unificata

Nella procedura consultiva per i regolamenti della riforma Gelmini del secondo semestre 2009, la Conferenza unificata Stato-Regioni-Autonomie locali ha svolto indirettamente un ruolo di “frenatore”, determinando (senza considerare i pareri non favorevoli espressi, se pur non vincolanti) un ritardo di due-tre mesi che si è ripercosso sui tempi di approvazione finale.

Ciò a causa, come è noto, della posizione delle Regioni che rivendicavano una attenzione diversa del Governo verso le politiche del territorio.

Il dopo elezioni, però, ha ribaltato le posizioni dentro la Conferenza delle Regioni, determinando una netta maggioranza a favore del centro-destra (undici regioni a sette).

I rapporti Stato-Regioni dovrebbero essere ora facilitati e gli argomenti da trattare in Conferenza Unificata potrebbero scorrere senza molti intoppi.

Quasi certamente non sarà più Vasco Errani, governatore di una regione di centro-sinistra (Emilia-Romagna), a rappresentare la Conferenza delle Regioni nel confronto con i vari ministeri.

La maggior parte delle problematiche relative all’istruzione è già stata affrontata, ma restano ancora sul banco del confronto per i prossimi mesi alcune questioni, quali gli assetti del dimensionamento delle istituzioni scolastiche, la rete delle piccole scuole sul territorio e le sezioni primavera.

È vero che occorrerà tener conto anche dell’Anci e delle rappresentanze locali, ma sicuramente i nuovi rapporti di forza all’interno della Conferenza Unificata non potranno che favorire la linea del Governo, anche in materia di istruzione.

Lega permettendo sui problemi locali.