Effetto Colosseo sulla scuola?

Dopo Pompei, il Colosseo. L’immagine di un’Italia che penalizza i turisti venuti da tutto il mondo subordinando le loro attese ai prioritari diritti dei lavoratori del settore non lascia indifferente l’opinione pubblica.

Il decreto legge del Governo, che include la tutela dei beni culturali tra i servizi essenziali, alla pari della scuola, della sanità e dei trasporti, fa trasparire il tentativo di contenere gli spazi di azione e in definitiva il potere del sindacato, secondo una linea politica voluta dal premier fin dal suo arrivo a Palazzo Chigi. Una linea che sembra fare leva su episodi che colpiscono emotivamente milioni di persone.

Gli umori dell’opinione pubblica diventano quindi un fattore chiave, di cui dovrà tener conto la mobilitazione contro la legge sulla Buona Scuola, promossa dai sindacati rappresentativi per il 24 ottobre con l’obiettivo di indurre il Governo ad aprire “un confronto serio per risparmiare alle scuole gli aspetti più deleteri della legge 107”. La grande partecipazione del personale scolastico allo sciopero di maggio è stato un successo. La conferma della compattezza del personale nella giornata di mobilitazione tra un mese peserebbe senza dubbio come un macigno. Ma se la protesta non fosse anche ampiamente condivisa dalle famiglie si presterebbe alla controffensiva del Governo, che potrebbe evidenziare che gli interessi corporativi prevalgono su quelli della collettività.

Insomma il sindacato, nell’esplicitare le ragioni di questa mobilitazione contro la legge, deve porsi l’obiettivo di essere convincente non solo nei confronti degli insegnanti, ma anche verso le famiglie. Per evitare l’effetto Colosseo.