Educazione motoria alla primaria: quel ‘non più di due ore’ di insegnamento che ha creato un equivoco

I dubbi che ruotano attorno alla nuova educazione motoria alla primaria non hanno trovato tutti risposta nella nota diffusa dal Ministero dell’Istruzione nei giorni scorsi. Uno su tutti: quante sono le ore della nuova educazione motoria previste quest’anno per le quinte classi della scuola primaria? Due ore? Di più? Di meno? Proviamo a dare una risposta.

La formulazione iniziale prevista dalla legge che ha dato il via alla riforma dell’educazione motoria alla primaria era questa: “Non più di due ore”. Si trattava di una formulazione ambigua che lasciava aperta qualsiasi interpretazione applicativa, perché, ad esempio, anche un’ora sola può rientrare in quel limite.

Art. 1, comma 333, legge 234/2021

Il contingente dei docenti di educazione motoria di cui al comma 329 è determinato in ragione di non più di due ore settimanali di insegnamento aggiuntive.

Il decreto ministeriale, definito d’intesa tra Ministero dell’Istruzione e Ministero dell’Economia e Finanze, riconfermava al primo comma l’ambigua formulazione:

Art. 1 del decreto interministeriale n. 90 dell’11.4.2022

In attuazione dell’articolo 1, comma 329 e ss., della legge 30 dicembre 2021, n.234, a partire dall’a.s. 2022/23, per le classi quinte, è introdotto l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, in ragione di non più di due ore settimanali di insegnamento aggiuntive.

Ma lo stesso decreto, ad un comma successivo, forniva finalmente l’interpretazione: due ore.

Ai sensi dell’art.1, comma 335, lett. b) della legge 30 dicembre 2021, n.234, in sede di prima applicazione, il presente decreto definisce, per l’a.s. 2022/23, la stima del numero delle classi quinte presso le quali è attivabile l’insegnamento di educazione motoria e il relativo limite massimo del numero dei posti, ivi compresi quelli equivalenti alla somma a livello provinciale degli apporti orari di due ore per classe ricondotti a posti intero, come indicato nella Tabella 1 del presente decreto.

La Tabella 1, parte integrante del decreto, riportava per ogni regione la stima del numero delle quinte classi per un totale, tra comuni e tempo pieno, di 24.693 unità. Riportava, altresì, per ogni regione la stima del numero di ore di educazione motoria ricondotte a posto intero per un totale di 2.247 cattedre.

Per verificare il monte ore settimanale complessivo di quelle 2.247 cattedre, bastava moltiplicare per 22 (ore di insegnamento nella scuola primaria), ottenendo un monte ore complessivo di 49.234 ore.

Ripartendo quelle 49.234 ore di insegnamento tra le 24.693 classi quinte (49.234/24.693), si otteneva l’orario settimanale di ogni classe, 1,99, cioè due ore.

Non sembravano esserci più dubbi, dunque: non più di due ore di educazione motoria stavano a significare due ore.

Ma durante l’estate i tecnici ministeriali probabilmente hanno rifatto i conti e hanno scoperto che le 2.247 cattedre piene previste dalla tabella producevano un effetto eccessivo sull’organico.

Pertanto, in sede di applicazione del decreto si sarebbe convenuto di riportare molti posti a un’ora sola per far rientrare i conti.

Le centinaia di spezzoni attivati, oltre ad evitare un pendolarismo mostruoso, contribuiscono, dunque a far quadrare i conti e a ridurre l’impatto sull’organizzazione didattica.

Il prof di educazione motoria dimezzato sembra essere l’epilogo poco glorioso di una riforma approntata frettolosamente e non adeguatamente preparata.

Le reazioni non certamente entusiasmanti con cui questa mini-riforma è stata accolta da genitori e docenti della scuola primaria ne sono una prova.

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