Education, occupazione, crescita. Una special issue di ‘Scuola Democratica’

Questo denso numero monografico (oltre trecento pagine) della rivista quadrimestrale diretta da Luciano Benadusi è il primo di una serie di tre numeri speciali che saranno dedicati al tema generale ‘Conoscenza, apprendimento, educazione ai tempi della crisi’. Si parte con questa ‘special issue’ dedicata al sottotema ‘Education, Occupazione, Crescita’, curata non a caso da un economista con le competenze di Daniele Checchi, che insegna economia del lavoro e economia dell’istruzione nell’università statale di Milano.

Di notevole interesse appaiono i contributi, di vari autori, che analizzano il rapporto tra istruzione e occupazione, approfondito in particolare per quanto riguarda l’ingresso dei laureati nel mondo del lavoro e il mismatch tra domanda di lavoro per particolari qualifiche, che resta insoddisfatta, e sovraofferta (overeducation) di laureati, ma anche diplomati, in possesso di profili e competenze non corrispondenti a quelle richieste. Interessanti, a questo proposito, sono le considerazioni di Claudio Gentili (Confindustria) sul rapporto, da ricostruire, tra filiere formative e filiere produttive, e l’articolo di Fiammetta Corradi sulle Fachhochschulen tedesche, attualmente in fase di rilancio: un modello positivo di formazione tecnica superiore non universitaria che l’Italia non ha saputo realizzare malgrado ve ne fosse un’evidente necessità, vista la forte consistenza delle produzioni manifatturiere in Italia, inferiori in Europa solo a quelle tedesche.

Stimolante è anche il dibattito su ‘Scuola, concorrenza, regolazione’ aperto dalla proposta di Andrea Ichino di sperimentare una modalità avanzata di autonomia delle scuole, partendo da quelle secondarie superiori, ispirata ai modelli anglosassoni delle Grant Maintained Schools inglesi (poi trasfuso nelle Academies) e delle Charter Schools americane. Proposta che viene discussa, con accenti diversi, da Andrea Gavosto (Fondazione Agnelli), Paolo Sestito (presidente, ora dimissionario, dell’INVALSI), e dallo stesso Daniele Checchi, curatore del volume, che esprime il timore che una misura del genere possa aumentare le disuguaglianze all’interno del sistema scolastico italiano.