Education at a Glance 2025/3. I dirigenti, invece, sono tra i meglio retribuiti in Europa

Nelle tabelle comparative dell’OCSE riguardanti il personale della scuola, tutte penalizzanti per i docenti e non docenti italiani, fa eccezione un’unica categoria, quella dei dirigenti scolastici, i cui stipendi si collocano invece nella parte alta della classifica. Un dirigente scolastico in Italia può guadagnare più del doppio rispetto a un insegnante con 15 anni di servizio: secondo un rapporto Eurydice relativo all’anno scolastico 2022-2023 può arrivare a percepire, a livello annuo lordo, cifre fino a un massimo di 80-82.000 euro, mentre un insegnante con 15 anni di anzianità arriva a circa 32.000 euro, un divario stipendiale tra i più ampi in Europa.

Cifre confermate anche nelle tabelle comparative, aggiornate al 2025, diffuse da Eurydice nel suo periodico Eurydice Voice-Back to school, pubblicato nei giorni scorsi, che si può consultare cliccando qui.  Dalle tabelle risulta che i dirigenti scolastici italiani sono tra i meglio retribuiti in Europa, collocandosi al secondo posto, preceduti soltanto dai colleghi del Lussemburgo e seguiti da tedeschi e austriaci e poi, a distanza, da svedesi, francesi e olandesi.

Una situazione quantitativamente soddisfacente, si direbbe, che tiene conto del grande carico di compiti e responsabilità che grava sui DS italiani. Ma l’ANP, il sindacato più rappresentativo, seguita in questo, peraltro, anche da altre sigle sindacali fa notare che la retribuzione dei dirigenti scolastici italiani, per quanto enormemente superiore rispetto a quella dei docenti (come non era mai stato prima che la legge Bassanini del 1997 attribuisse ai capi di istituto la qualifica di “dirigenti”), resta tuttora inferiore a quella dei dirigenti di seconda fascia della Pubblica Amministrazione, che in genere hanno carichi di lavoro e responsabilità assai minori, come messo in luce da Tuttoscuola in un noto dossier di qualche anno fa (DIRIGENTI, CHE STRESS. Troppi alunni e troppe incombenze ), contenente proposte richiamate anche recentemente in questo articolo

Una differenza dovuta in buona misura alla parte della retribuzione legata alla valutazione della prestazione, assai sostanziosa per i dirigenti amministrativi (che ottengono quasi tutti ottime qualifiche) e modesta, nonché da sempre assai discussa anche tra i sindacati) per i dirigenti scolastici. Non risolutiva appare, da questo punto di vista, neppure l’ipotesi di Contratto Nazionale Integrativo (CCNI) –concernente l’individuazione delle fasce di complessità, i criteri di riparto e l’impiego del Fondo unico nazionale (FUN), tra quota destinata alla retribuzione di posizione e quota destinata alla retribuzione di risultato, per l’anno scolastico 2024/2025 – sottoscritto lo scorso giovedì 11 settembre da ANP, Cisl Scuola, Flc-Cgil e SNALS (UIL scuola e Dirigenti Scuola si sono riservati di decidere dopo ulteriore riflessione). La distanza rispetto ai dirigenti amministrativi continua ad esserci, e la questione resta aperta.

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