Educare allo sport antidoto antiviolenza

Una maglietta bianca sulla quale spicca un pallone da calcio a forma di cuore e in caratteri rossi campeggia la scritta “Piu’ sport a scuola e vince la vita”. La indossano decine di ragazzini in rappresentanza di tante scuole romane e non, che sono al ministero della Pubblica Istruzione non solo per ascoltare i progetti immediati che i ministri Giuseppe Fioroni e Giovanna Melandri hanno messo a punto perché lo sport negli istituti sia foriero di lealtà e divertimento e non di violenza, ma anche per “tempestare” di domande su come evitare che il calcio diventi momento di lutto i loro idoli, come Guglielmo Stendardo e Francesco Totti, ma anche i rispettivi allenatori, Delio Rossi e Luciano Spalletti nonché il Commissario tecnico della Nazionale, Roberto Donadoni. Un messaggio di maturità, di pace e di speranza per il futuro sportivo nelle scuole. A cominciare dall’inno nazionale che le scolaresche intonano all’inizio e che tutti cantano, ministri e campioni compresi, fino all’inno europeo che la voce squillante di un bambino intona alla fine dell’incontro, in perfetto tedesco, ovviamente inimitabile.

Il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ribadisce le linee guida dello sport a scuola. Dieci in tutto: diffondere la cultura dello sport per far maturare, grazie alla collaborazione degli insegnanti di educazione fisica, una nuova consapevolezza sportiva più matura fra i ragazzi, dove la competizione sia sana e non foriera di rivalità e violenze; piu’ sport nelle aree a rischio con fondi per 900 mila euro; stadi aperti a scuole e famiglie perche’ i campi di calcio diventino “area di festa” e non di guerriglia; sensibilizzazione delle famiglie per diffondere anche fuori della scuola una educazione allo sport come momento di formazione; educazione a saper accettare di buon grado anche le sconfitte; squadre calcistiche in campo anche alla fine per un saluto conclusivo che veicoli un messaggio di pace; “miti” calcistici testimonial dello spirito sportivo a scuola; un premio “fair play” nei Giochi sportivi studenteschi che premi la squadra dai comportamenti piu’ indicativi in questo senso; sinergia fra le Consulta provinciale degli studenti e i gruppi di tifosi contrari alla violenza; scuole aperte il pomeriggio per lo sport e la creatività degli studenti.

“La scuola – chiarisce Fioroni – non può essere lasciata sola a risolvere questo tipo di problemi educativi, un compito che investe tutte le centrali della formazione, famiglie comprese. Lo sport nella scuola deve essere uno degli elementi fondanti dell’educazione, per tutti e praticato da tutti e non puo’ essere solo la ricerca dei talenti, delle eccellenze e dei migliori”. Così gli oltre 17mila insegnanti di educazione fisica saranno chiamati dal ministro ad un rilancio della propria materia che dovrà caratterizzarsi sempre di più per la capacità di veicolare, avverte Fioroni, “una maggiore conoscenza di se stessi, del rispetto delle regole, dello spirito di lealtà e del gioco di squadra”. E dunque sarà avviato dal ministero un corso di aggiornamento e formazione per gli insegnanti di ginnastica perché le ore di educazione fisica diventino “testimonianza di ciò che significa educazione civica”. E ancora: i “gruppi sportivi scolastici” durante le ore pomeridiane negli istituti non rappresenteranno “una alternativa alle società sportive, ma un’occasione per continuare il processo educativo e di formazione anche dopo le ore di lezione”. Dal ministro Fioroni anche un richiamo ai mezzi di comunicazione: “il nostro è uno stop serio al percorso della violenza”, dice e richiama l’attenzione dei cronisti sportivi perche’ “trasmissioni ed articoli non disegnino in futuro la sconfitta come un ‘guai ai vinti’ e come un’onta, una cosa di cui vergognarsi. E’ indispensabile uno sforzo perche’ i toni usati non guardino solo alla quantita’, ma alla qualita’ dei lettori”.

Di “una piccola svolta” nel raccordo fra sport e scuola parla il ministro Melandri a proposito delle disposizioni assunte da Fioroni. “Il pacchetto che abbiamo messo a punto è serio”, afferma e si dice convinta che l’Italia debba “colmare un ritardo storico e concepire lo sport come un tassello delle politiche sociali, una funzione educativa e di esperienza cognitiva specialmente nella scuola primaria. Insieme compiamo un grande sforzo per sradicare la violenza che c’è nello sport in Italia con una volonta’ del governo determinata e fermissima di isolare i violenti e offrire a tutti i tifosi e alle famiglie e alle forze di polizia stadi sicuri. Ci proponiamo – prosegue – di far maturare una cultura sportiva diffusa che riconosca la scissione fra passione sportiva e violenza, tra avversario e nemico”. Melandri, che ricorda le ultime vittime della criminalità legata allo sport, Raciti e Licursi, parla di “una spirale inconcepibile e insensata di violenza alla quale diciamo basta” e ringrazia la Federazione Gioco Calcio per la “straordinaria mobilitazione” e la Lega “per il senso di responsabilità con cui ha accolto l’appello del governo”.