…e la cautela dei DS

Una posizione intermedia, forse non lontana dal punto di vista di Prodi, è quella del responsabile scuola dei DS, Andrea Ranieri (anche lui un ex sindacalista CGIL), che in un’intervista al “Manifesto” ha dichiarato di “non essere convinto che lo strumento di una legge, come fu anche la riforma Berlinguer-De Mauro, sia il migliore. Penso invece a una serie di interventi mirati, semplici ed efficaci, capaci di scardinare alla base la logica della riforma voluta dalla Moratti“.
Ranieri, premuto dalla sinistra radicale che intenderebbe abrogare la riforma Moratti, esprime dunque il suo dissenso da quella strategia. Ma a quali interventi mirati pensa? Biennio scolastico unitario fino a 16 anni, generalizzazione della scuola dell’infanzia, scuole comprensive, risoluzione del problema del precariato. Dichiara inoltre la sua contrarietà all’obbligo fino a 18 anni nella scuola: dai 16 anni fino alla conclusione del diritto dovere a 18 partirebbe la scelta tra licei e istruzione e formazione professionale.
Lasciare in vita la legge 53 “sarebbe anche un modo per evitare di rimettere tutto in discussione: i punti di vista sono diversi“, ha detto Ranieri prudentemente. Però, ha aggiunto, “sarebbe necessario, ad esempio, abrogare il decreto sulla scuola superiore se verrà approvato in parlamento“.
Forse avrebbe potuto dire “se sarà adottato dal governo dopo che le commissioni parlamentari avranno formulato i loro pareri”. Sembra una sfumatura, ma non lo è, perché il governo potrebbe anche non tener conto di tali pareri, tra i quali è compreso l’invito ad anticipare la sperimentazione della riforma al 1° settembre 2006. Il governo, nella seduta del prossimo 14 ottobre, potrebbe invece confermare la data del 1° settembre 2007, concordata dai ministri Moratti e La Loggia con le Regioni. In tal caso ci sarebbe il tempo, se l’Unione vincerà le elezioni, per rivedere in profondità il decreto, senza abrogarlo. Ma questo Ranieri non l’ha detto…