Dubbi di costituzionalità sul disegno di riforma/1

Il Senato ha respinto le due eccezioni di incostituzionalità relative al disegno di legge di riforma scolastica presentate dall’opposizione (e che TuttoscuolaNEWS aveva anticipato, vedi n. 68 del 23 settembre).
La minoranza ha espresso contrarietà sulla delega per vari motivi: per la genericità dei criteri e dei principi direttivi, perché la delega concerne la determinazione dei principi fondamentali in materia di legislazione concorrente che spettano invece al Parlamento, perché il disegno di legge non rispetta il vincolo dell’art. 81 della Costituzione che impone l’obbligo dell’indicazione dei mezzi finanziari qualora la legge comporti nuovi o maggiori oneri.
Ne è scaturito un confronto che ha fatto emergere un dato politico nuovo e significativo. Un esponente della maggioranza (il senatore Compagna dell’Udc), nel respingere le pregiudiziali, ha sottolineato di condividere alcune preoccupazioni espresse dalla minoranza, e ha affermato che il Senato farebbe bene “ad affrontare nel merito questo provvedimento”.
C’è da augurarsi che la discussione in aula, certamente non imminente, porti alla costruzione di una condivisione che necessariamente impone una erosione del progetto originario. Il ministro Moratti è chiamato a dare prova di realismo politico, dopo che in più occasioni ha sottolineato che l’opposizione fa solo critiche distruttive. Essere protagonisti del cambiamento non significa averne l’esclusiva paternità.
In ogni caso la partita sulla costituzionalità del ddl delega non può dirsi chiusa. Nonostante il via libera del Senato, la questione, prima o poi, potrebbe essere sollevata da qualche regione. Le avvisaglie ci sono già state con la presa di posizione delle Regioni Emilia-Romagna e Umbria (vedi TuttoscuolaNEWS n. 56 del 17 giugno 2002) che hanno impugnato la finanziaria 2001 proprio per presunta violazione del nuovo Titolo V.