Dove finiranno gli istituti tecnici

La risposta definitiva sul futuro degli istituti tecnici e anche dei professionali potrebbe essere imminente. Da almeno due anni ci si interroga sulla portata della norma costituzionale introdotta dalla legge 3/2001 che prevede la competenza esclusiva delle regioni in materia di istruzione e formazione professionale.

Teoricamente gli istituti tecnici e gli istituti professionali, attualmente compresi nel sistema scolastico statale con quasi un milione e mezzo di studenti, dovrebbero confluire nel nuovo sistema regionale di istruzione e formazione.

Ma aumentano di giorno in giorno le richieste di mantenere all’interno gli istituti tecnici, considerati da molti il fiore all’occhiello del sistema scolastico nazionale, come licei tecnologici.

Convinto propugnatore della richiesta è il mondo della Confindustria, a cui recentemente ha fatto eco anche quello sindacale raccogliendo consensi trasversali da parte di diverse forze politiche.

Il responsabile scuola di AN, senatore Valditara ha avanzato una nuova ipotesi secondo cui “la soluzione potrebbe essere la costituzione di un duplice canale nel sistema dei licei: da un lato quelli generalisti orientati alla preparazione preuniversitaria, dall’altro quelli “vocazionali” mirati a percorsi professionalizzanti, che potrebbero ereditare l’esperienza degli istituti tecnici”.

Si tratta di vedere cosa ne pensano le Regioni che, dopo una generale indifferenza iniziale, stanno manifestando molto interesse all’assunzione diretta di gestione del nuovo sistema di istruzione e formazione professionale.

Nei giorni scorsi il ministro Moratti ha fatto il punto (definitivo?) della situazione ascoltando esperti e collaboratori. Martedì 20 aprile, in occasione del convegno di Confindustria a Vicenza, il ministro avrebbe dovuto fornire chiarimenti sulla la scelta adottata, ma ha dovuto rimandare il tutto a occasione più opportuna, in quanto ha dovuto disertare il convegno per ragioni di sicurezza.