Dottori di ricerca pronti ad espatriare

Una ricerca dell’Istat, condotta su 15.568 dottori di ricerca che hanno conseguito il titolo nel 2004 e nel 2006, evidenzia una elevata disponibilità alla mobilità non solo sul territorio nazionale ma anche all’estero pur di trovare una collocazione nel mondo del lavoro.

L’indagine nota che “Le emigrazioni dei dottori di ricerca dalla ripartizione geografica di origine seguono la direttrice Sud-Nord, riflettendo, a volte, scelte di trasferimento assunte già prima del dottorato. Più dell’80% dei dottori originari di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Sardegna continua a vivere nella stessa regione. Una minore capacità di trattenimento (inferiore al 70%) e’ esercitata dalla maggior parte delle regioni meridionali”.

La maggiore capacità attrattiva si riscontra in Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio e Piemonte, dove oltre il 24% dei dottori di ricerca che vivono in queste regioni provengono da altre regioni, mentre il bilancio è negativo (-20%) per Basilicata, Calabria e Sicilia.

Dalle ricerca è risultato che sono più disponibili allo spostamento verso l’estero i dottori di ricerca di sesso maschile (non si riscontrano invece differenze di genere per la mobilità interna) e provenienti dalle regioni del Nord, soprattutto quelli che hanno trascorso periodi all’estero durante il percorso di studi o che nel proprio lavoro svolgono attività di ricerca in modo prevalente.

In rapporto all’età i più propensi a spostarsi sono coloro che hanno conseguito il dottorato a un’età inferiore ai 32 anni e quelli che provengono da famiglie in cui almeno uno dei due genitori possiede un titolo universitario.

La maggiore disposizione alla mobilità, infine, è stata riscontrata tra i dottori di ricerca dell’area delle Scienze fisiche, delle Scienze matematiche e informatiche e dell’Ingegneria industriale e dell’informazione.