Dopo la riunione governo-sindacati/3: per la Gelmini, è la sinistra ad aver perso
Come si è detto, il commento politico più significativo circa la conclusione del confronto tra governo e sindacati di ieri, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini l’ha affidato, in un’intervista, a Raffaello Masci de La Stampa.
L’articolo, dal titolo rivelatore “Quante bugie! Nessun dietrofront sul maestro unico”, vede una Gelmini molto combattiva, che rifiuta la lettura del presunto rinvio della riforma come una vittoria della sinistra: “E’ veramente pazzesco: mi hanno fatto una guerra su questo, l’hanno persa e ora si inventano che io, pressata dai loro scioperi e dalle loro proteste, sono tornata sui miei passi con la coda tra le gambe. Ma scherziamo?“
Per il ministro, il maestro era unico prima della riunione, e resta unico dopo la riunione di ieri. L’unica facoltatività da parte delle famiglie è “sull’orario scolastico“, che può essere di 24, 27, 30 o 40 ore.
Fino a 27 ore settimanali, si avrà il maestro unico, più un numero di ore variabili svolte dagli insegnanti delle “materie specialistiche, come religione o inglese“, mentre per orari settimanali superiori (di 30 o 40 ore), si avranno certamente due maestri, ma “nel senso che uno fa un certo numero di ore e quando ha finito arriva l’altro. Non c’è compresenza, non c’è modulo. Prima lavora uno poi lavora l’altro“.
L’obiezione più naturale, che l’intervistatore riporta fedelmente, è perché una famiglia, potendo scegliere una scuola a tempio pieno, o con un orario più generoso, dovrebbe decidere di tenersi il “modello base” da 24 ore, ma l’inquilino di viale Trastevere replica che “queste sono scelte educative che ogni famiglia fa autonomamente“. L’importante è che “il ‘modulo’ come è stato concepito fino ad oggi non c’è più” e che sono stati recepiti i suggerimenti della commissione Cultura, che invitava a una scelta tra maestro unico e modulo, ma “tra diverse formule di orario“.
Il ministro replica anche al presunto dietrofront consistente nello slittamento di un anno della riforma delle superiori: la decisione è stata quella di “dedicare più tempo ad una campagna di informazione presso le scuole e le famiglie, sul carattere e sulle novità di questa riforma varata dai (…) due diretti predecessori, Moratti e Fioroni. Una campagna in questo senso partirà all’inizio dell’anno nuovo. Poi ci sono ancora alcuni pareri da acquisire, alcune decisioni da tradurre in provvedimenti normativi. Una cosa è fare le cose nei tempi giusti, altro è dare uno stop“.
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