Dopo il terremoto, l’Anci rilancia l’allarme per la sicurezza delle scuole

I gravi eventi sismici che nei giorni scorsi hanno pesantemente colpito i territori dell’Emilia Romagna e della Lombardia, hanno avuto pesanti conseguenze anche sugli edifici scolastici: sono molte infatti le strutture danneggiate o dichiarate inagibili, pur trattandosi di territori da sempre molto attenti a questo tema“. È quanto dichiara Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci.

Quanto accaduto richiama ancora una volta l’attenzione sul tema dell’edilizia scolastica e sulla necessità, più volte sostenuta dall’Anci, di considerarla tra le priorità nazionali – afferma Delrio – assicurando un corrispondente e adeguato finanziamento da parte dello Stato, al quale certamente gli Enti locali non faranno mancare il loro contributo, come fatto fino a oggi“.

La situazione dell’edilizia scolastica nell’intero territorio nazionale si presenta a macchia di leopardo – ricorda il presidente dell’Anci – con situazioni molto differenziate sotto diversi aspetti, il più importante dei quali resta sicuramente quello legato alla sicurezza strutturale. Molte scuole, infatti, sono state costruite prima degli anni ’70 e necessitano di interventi molto costosi. Negli ultimi anni i finanziamenti centrali finalizzati all’edilizia, in particolare quelli previsti dalla legge 23 del ’96, si sono interrotti bloccando di fatto un percorso ormai avviato di un piano di risanamento ed adeguamento del patrimonio scolastico. Mentre – afferma ancora Delrionon è stata ancora completata l’assegnazione delle risorse rese disponibili con la delibera Cipe del maggio 2010, impedendo di fatto a molti Comuni e Province di poter avviare o completare lavori urgenti che, in molti casi, sono stati comunque eseguiti con risorse proprie degli Enti locali“.

E’ quanto mai urgente quindi un nuovo piano nazionale di durata pluriennale che consenta – conclude il presidente dell’Anci – una programmazione nel tempo degli interventi e che preveda investimenti diretti a finanziare la messa a norma e dove necessario il rinnovo dell’edilizia scolastica, favorendo così anche la ripartenza di economie locali vicine al dissesto“.