DL sulle semplificazioni. Uno strappo con le Regioni?

La Conferenza delle Regioni ha chiesto un incontro urgente con il ministro Profumo

In altri tempi, con un altro governo, forse vi sarebbero state dure proteste con minaccia di ricorso alla Corte Costituzionale per violazione delle competenze regionali o, quanto meno, per mancanza di leale collaborazione tra Stato e Regioni.

Con questo governo e con il ministro Profumo le Regioni non vogliono rompere le buone relazioni, ma non possono tacere su quello che, anche se non esplicitamente dichiarato, è uno strappo ai rapporti istituzionali, provocato dai contenuti del decreto legge sulle semplificazioni approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri venerdì scorso e di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Per il momento la commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni, dopo l’inserimento di alcune disposizioni sull’istruzione nel decreto legge, si è limitata a chiedere un incontro urgente con il ministro Francesco Profumo, per rimarcare il ruolo delle Regioni in tema di istruzione.

A renderlo noto è stata la vicepresidente della Regione Umbria, con delega all’Istruzione, Carla Casciari, che, insieme ai colleghi delle altre Regioni, aveva già incontrato di recente il ministro Profumo per un confronto su alcune tematiche legate al mondo dell’istruzione tra cui l’attuazione del titolo V, la revisione dei criteri di riparto degli organici, il rafforzamento dell’istruzione tecnica professionale, la proroga dei termini relativi al dimensionamento, il rispetto delle competenze di programmazione delle Regioni in materia di edilizia scolastica.

Le disposizioni sull’istruzione contenute nella prima stesura del decreto legge in materia di semplificazione e sviluppo approvato dal Consiglio dei ministri – ha riferito la vicepresidente – limitano fortemente le competenze regionali in tema di programmazione dell’offerta formativa e vanno in  una direzione diversa rispetto alla volontà di collaborazione manifestata dal ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, agli assessori regionali”.

Dal precedente incontro – sottolinea la rappresentante regionale – è chiaramente emerso che si volesse intraprendere un percorso di fattiva collaborazione finalizzato anche alla valorizzazione delle autonomie regionali e che prevedesse un iter per la piena attuazione del Titolo V in materia di Istruzione, mentre a pochi giorni dal confronto, dobbiamo invece riscontrare una volontà politica diversa ed è per questa ragioni che la Commissione Istruzione ha chiesto un chiarimento urgente con il ministro”.

“Non ci sembra – continua Casciari– che vada verso un  riconoscimento dell’autonomia delle Regioni neanche la previsione nel decreto delle modalità di determinazione degli organici per i quali era stato espressamente chiesto al ministro che venisse attivato un Tavolo tecnico presso la Conferenza delle Regioni e che, in concertazione con il Miur, fossero individuati dei nuovi criteri di

riparto più rispondenti all’attualità, e quindi funzionali all’autonomia e alla costruzione di una rete scolastica adeguata alle esigenze dei singoli territorio”.

Poiché il comunicato delle Regioni con richiesta di incontro urgente con il ministro è venuto dopo l’approvazione definitiva del decreto legge, si può desumere che le modifiche apportate nell’ultima versione alle norme sull’istruzione non siano bastate a sanare lo “strappo”. Se l’incontro richiesto porterà chiarimenti e rettifiche, c’è da aspettarsi che in sede di conversione in legge il decreto venga ulteriormente modificato.