Dispersione scolastica in calo, ma il fenomeno non si ferma: in 20 anni persi 3 milioni e mezzo di studenti

Dispersione scolastica in calo. A raccontare la diminuzione del fenomeno è l’approfondimento del MIUR relativo alla dispersione scolastica nell’anno scolastico 2016/2017 e nel passaggio tra il 2016/2017 e il 2017/2018 disponibile sul sito. Si tratta di un’elaborazione statistica che analizza e quantifica il fenomeno  dell’abbandono del sistema scolastico e formativo nella Scuola secondaria di I grado, nel passaggio tra cicli scolastici e nella Secondaria di II grado. Buone notizie dunque, ma numeri ancora troppo alti: dal 1995 a oggi, infatti, la scuola italiana ha perso oltre 3 milioni e mezzo di studenti secondo quanto riportato anche dal dossier di Tuttoscuola “La scuola colabrodo“.

Ma andiamo alle buone notizie. Dall’analisi complessiva del MIUR, il fenomeno della dispersione scolastica si presenta in diminuzione. Tra il 2016/2017 e il 2017/2018, la percentuale di abbandono nella Secondaria di I grado risulta pari all’1,17%, mentre tra il 2015/2016 e il 2016/2017 era stata dell’1,35%.

La percentuale di abbandono nella Secondaria di II grado risulta pari al 3,82%, mentre tra il 2015/2016 e il 2016/2017 era stata del 4,31%.

Risultati incoraggianti, ma che ancora non bastano a fermare il fenomeno della dispersione scolastica. Secondo i dati elaborati da Tuttoscuola, sono infatti ancora troppi gli studenti che, pur iniziando le scuole superiori, non arriveranno mai al diploma, circa 130 mila. Irrobustiranno la statistica dei 2 italiani su 5 che non hanno un titolo di studio superiore alla licenza media e di un giovane su 4 che non studia e non lavora.

Tutto questo con costi enormi per la società: partendo dalla stima Ocse per cui lo Stato investe poco meno di 7mila euro l’anno a studente, per l’istruzione secondaria, il costo degli abbandoni si misura in media in 2,7 miliardi di euro all’anno. Addirittura, guardando ai vent’anni presi in considerazione dal dossier di Tuttoscuola, la cifra diventa vertiginosa: 55,4 miliardi di euro.

Ma l’istruzione conviene non soltanto per i risparmi interni al sistema, ma anche per una serie di benefici che può garantire a livello sociale: la disoccupazione tra chi ha solo la licenza media è quasi doppia rispetto a chi è arrivato al diploma e quasi il quadruplo di chi è laureato; l’istruzione incide sulla salute, riducendo i costi per la sanità; comporta meno criminalità e meno costi per la sicurezza.