Dispersione scolastica, Berlinguer: ‘Restituire centralità all’istruzione’

Al convegno del 2 ottobre sulla “scuola colabrodo” era presente anche l’ex ministro Luigi Berlinguer, che è intervenuto nel dibattito con una riflessione sulle ragioni profonde della dispersione, da lui individuate nella sottovalutazione, da parte dell’intera classe politica, delle conseguenze dell’avvento della scuola di massa. Dopo l’unificazione della scuola media, che ha fatto affluire alla scuola secondaria superiore milioni di studenti provenienti da classi sociali prima escluse da questo tipo di studi, non si è provveduto a modificare l’impianto strutturale della scuola, che ha continuato ad essere quello selettivo del modello gentiliano, che era stato pensato per la formazione delle élites.

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Anche a livello universitario si evidenziano gravi fenomeni di perdita di opportunità, tanto che l’Italia occupa una delle posizioni più basse nella classifica europea dei lavoratori forniti di laurea.

Più che di dispersione, ha detto Berlinguer, bisognerebbe parlare di inevitabile espulsione da un sistema rigido, ancorato all’insegnamento tradizionale top-down, che non si è stati capaci di riconvertire in un più moderno ed efficace sistema centrato non sull’insegnamento ma sull’apprendimento.

Per modificare in profondità questa situazione, a partire dalla scuola, occorre allargare e diversificare l’offerta formativa, far stare insieme più a lungo i ragazzi in una scuola a tempo pieno: non pieno di altre lezioni, però, ma di opportunità culturali, stimoli che sviluppino la creatività degli studenti e li coinvolgano dal punto di vista emotivo. Un contributo importante in questa direzione può venire da una maggiore presenza della formazione artistica e della musica: i giovani devono poter “vivere nella scuola più intensamente”.

Va dunque cambiato l’impianto logico-culturale del nostro sistema educativo, altrimenti anche i tentativi di stabilire un nuovo e più interattivo rapporto tra la scuola e il mondo produttivo, come le attività di Alternanza scuola-lavoro, rischiano di essere inutili perché se vengono inserite in vecchio contenitore finiscono per essere percepite come un obbligo, non come un’opportunità.