Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Disabili o diversamente abili?

C’era una volta l’handicap, un termine mutuato dal mondo anglosassone (svantaggio, impedimento) e impiegato in vari settori, compreso quello scolastico.

Nel 2001 l’Organizzazione MOndiale della Sanità (OMS) ha proceduto alla classificazione ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health), definendo con il termine handicap la “restrizione della partecipazione sociale” e con il termine disabilità le difficoltà a livello personale e sociale.

Nel mondo scolastico handicap e disabilità sono stati usati quasi come sinonimi, ma il primo ha ceduto il passo alla seconda e ormai in modo pressoché generalizzato si parla di disabilità visiva, disabilità uditiva, disabilità sensoriale, ecc.

Tuttavia alcuni anni fa una certa scuola di pensiero, puntando sulle potenzialità residue degli alunni disabili, ha cercato di introdurre il termine “diversamente abili”, quasi cercando di andare oltre la disabilità per valorizzare altre abilità nascoste.

Il nuovo termine ha attecchito poco, anche se qualche non addetto ai lavori lo usa ogni tanto. 

In campo medico non ci risulta che venga usato. Ve lo immaginate cosa dovrebbero certificare le commissioni chiamate ad attestare la disabilità? “Si certifica l’abilità diversa in…” oppure “Si certifica che il minore tal dei tali è affetto da una diversa abilità”. Diagnosi, cura e riabilitazione sembrerebbero davvero inutili per soggetti “diversamente abili”.

Non hanno però dubbi in merito le associazioni di categoria e lo stesso Miur che in tutti gli atti ufficiali parlano di disabilità e di alunni disabili.

Ad esempio, nel Regolamento sulla valutazione degli alunni (dpr 122/2009) all’art. 9 si parla di “Valutazione degli alunni con disabilità”; nel Regolamento sulla rete scolastica (dpr 81/2009) si parla più volte di alunni disabili, ecc.

Ma, quando, meno te lo aspetti, a volte ritornano …. E nel decreto legge 5/2012 sulle semplificazioni appena approvato si parla per un paio di volte di “alunni diversamente abili”.

Sarebbe opportuno che il termine, se in sede di conversione del decreto legge, venga corretto.

 

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