Dirigenti nell’occhio del ciclone per effetto della riforma

L’obbligo di dare esecuzione alle norme di legge in materia scolastica spetta a tutto il personale della scuola, al di là delle valutazioni di merito che soggettivamente possono essere espresse. Sembrerebbe un’ovvietà, ma il clima che si sta creando sull’applicazione del decreto attuativo sul primo ciclo non la rende tale.

Diversi collegi docenti stanno esprimendo in queste settimane pronunce che potrebbero porsi in contrasto con una norma vigente. Non si tratta tanto di invocare i legittimi spazi organizzativi consentiti dalla autonomia scolastica, ma, proprio in nome dell’autonomia, si cerca di legittimare un affrancamento dai vincoli delle norme di legge, arrivando anche a prevedere, come suggerisce qualche sindacato con condivisione già di qualche collegio, di diffidare il dirigente scolastico dal mettere in atto procedure di incarico di funzione tutoriale nei confronti dei docenti.

A trovarsi al centro della contestazione potrebbero essere dunque i dirigenti scolastici che, più dell’altro personale scolastico, dovranno assicurare l’applicazione della legge.
Un compito che, in qualche caso, sarà non facile e piuttosto ingrato, ma dovuto.

Cosa faranno i dirigenti? Asseconderanno le forme di ostruzionismo o si adopereranno per creare le condizioni di applicazione della riforma?
Il coordinamento nazionale dei dirigenti scolastici aderenti ai sindacati confederali della scuola ha espresso una posizione in cui si premette che il dirigente scolastico è chiamato ad effettuare scelte, insieme con gli Organi Collegali, rispettose delle Leggi e delle Direttive, ma soprattutto rispettose di quelle norme (il DPR 275/99) che prevedono l’autonomia scolastica.
Il documento unitario del Coordinamento Nazionale (www.cgilscuola.it) si propone di individuare linee di comportamento rispettose delle Leggi e degli adempimenti a cui sono tenuti i Dirigenti.
Il nodo da sciogliere è, dunque, quello dei limiti dell’autonomia scolastica davanti alla legge.