Diplomifici: i cento giorni del MIM, aspettando Godot?

Sono trascorsi cento giorni da quando il Ministero dell’istruzione e del Merito, all’indomani della pubblicazione del primo dossier di Tuttoscuola sui diplomifici (Maturità: boom di diplomi facili), aveva annunciato immediati interventi per contrastare ed eliminare il deprecabile fenomeno denunciato dalla nostra inchiesta con dovizia di particolari e disvelamento dei meccanismi (e conseguente chiarezza su dove e come intervenire): integrazioni normative (probabilmente riferite alla legge 62/2000 sulla parità scolastica), azioni amministrative (quasi certamente riferite ai decreti ministeriali – attesi da oltre dieci anni – sul protocollo informatico e sul registro elettronico) e controlli ispettivi sugli istituti paritari sospettati di azioni irregolari.

Quel comunicato ministeriale, pubblicato il 29 luglio 2023, oltre ad affermare l’intenzione di operare in quelle tre direzioni, si concludeva con questo annuncio: “Abbiamo definito un preciso piano di azione che porteremo avanti con determinazione per contrastare ogni fenomeno di opacità e illegalità, a difesa del sistema pubblico di istruzione”.

Il tempo per implementare, o almeno avviare, il preciso piano di azione c’è stato, anche se in questi primi mesi del nuovo anno scolastico non sono mancati altri problemi, forse di maggior rilevanza politica, che hanno impegnato i vertici ministeriali.

Senza l’attivazione di un piano coraggioso di contrasto dei diplomifici, il prossimo anno avremo ancora la situazione denunciata da Tuttoscuola (e forse un suo aggravamento).

Poiché le modifiche normative potranno avere efficacia soltanto dall’anno prossimo, la loro approvazione è forse meno urgente, purché non vadano alle calende greche (ci saremmo aspettati che venissero approvate entro il 2023).

Non è spiegabile, invece, il silenzio sugli strumenti di controllo (protocollo informatico e registro elettronico) che potrebbero (o avrebbero potuto) accertare già nel corso di questo anno scolastico la regolarità degli atti degli istituti paritari e la frequenza degli studenti (obbligatoria per tre quarti del monte ore annuo).

Alla base di questo lungo silenzio, c’è forse il timore che attuando i provvedimenti annunciati e con l’obiettivo di dover separare il grano dalla zizzania si vadano a ledere interessi del sistema paritario?

Leggi il dossier “Il gran bazar dei diplomifici. I luoghi, il business, le scappatoie”

Leggi il dossier “Maturità: boom di diplomi facili”

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