Diplomifici/1. Quando il ministro propone e il TAR dispone

Le iscrizioni per il prossimo anno scolastico si sono appena chiuse, sia per le scuole statali che per le scuole paritarie, libere di definire autonomamente le proprie scadenze. Scuole in Chiaro, l’applicazione del Ministero dell’Istruzione che permette alle famiglie di consultare e confrontare l’offerta educativa delle scuole sul territorio, fornisce un quadro trasparente, ma anche sorprendente.

Tra gli istituti paritari ancora presenti sulla piattaforma ci sono diverse scuole finite al centro della bufera lo scorso giugno, quando il ministro Valditara aveva annunciato la revoca della parità scolastica per gravi irregolarità riscontrate dagli ispettori. Istituti in odore di diplomificio, secondo il ministero.

Ma, come spesso accade, tra le intenzioni ministeriali e la realtà giudiziaria c’è di mezzo il TAR. Tra ordinanze cautelari e sentenze, circa il 70% degli istituti destinatari della revoca della parità continua a risultare attivo e operativo, con tanto di iscritti regolarmente registrati su Scuole in Chiaro. Un messaggio rassicurante per le famiglie: Vedete? Siamo ancora qui e potete iscrivere tranquillamente i vostri figli”. La giustizia amministrativa sembra spesso trasformare le decisioni ministeriali in semplici raccomandazioni.

I numeri regione per regione

La situazione varia a seconda del territorio, ma in diverse regioni il fenomeno appare significativo:

  • Lazio: tutti e sei gli istituti paritari (100%) che avrebbero dovuto perdere la parità sono ancora attivi. Al 10 febbraio risultano 471 iscritti complessivi, di cui 771 al 5° anno (pari al 52,4%).
  • Campania: 25 dei 31 istituti paritari (80,6%) continuano a funzionare regolarmente, con un totale di 749 iscritti, di cui 5.938 al 5° anno (67,9%).
  • Sicilia: su 15 istituti interessati dalla revoca, solo 5 (33,3%) risultano ancora attivi. Complessivamente, questi contano 340 iscritti, di cui 179 al 5° anno (52,6%).

La realtà dei fatti: chi chiude davvero?

Dei 52 istituti paritari ai quali sarebbe dovuta essere revocata la parità, solo 16 (30,8%) non presentano dati di iscrizione su Scuole in Chiaro, lasciando pensare che abbiano effettivamente interrotto l’attività (senza poter escludere che l’abbiano riaperta con un nome di nuovo conio). Gli altri 36 istituti (69,2%), invece, continuano a operare senza apparenti difficoltà, veleggiando sereni verso le iscrizioni per il prossimo anno scolastico.

Per approfondimenti:

– Lotta ai diplomifici (che continuano a vivere): che intende fare il Parlamento?
– “Maturità: boom di diplomi facili
– “Il gran bazar dei diplomifici. I luoghi, il business, le scappatoie
– il comunicato di questa estate del Ministero: “In merito all’indagine di Tuttoscuola, via alle ispezioni”

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