Diplomati magistrali e Consiglio di Stato: quella sentenza in ritardo che confonde le acque

Continua a far discutere la sentenza n. 217/2018 con la quale il 16 gennaio scorso la VI Sezione del Consiglio di Stato ha consentito l’iscrizione alle GAE di alcuni vecchi diplomati magistrali, nonostante vi sia stata una sentenza dell’adunanza plenaria del medesimo Consiglio di Stato che quasi un mese fa aveva disposto il contrario nei confronti di quasi 50 mila diplomati che si trovavano nelle stesse condizioni. Ma cosa è successo esattamente?

Diversi mesi fa cinque diplomati magistrali erano ricorsi al TAR Lazio per ottenere l’iscrizione nelle Graduatorie ad Esaurimento, ma il Tribunale regionale aveva rigettato la richiesta e gli stessi avevano presentato appello (n. 2457/2017) al Consiglio di Stato, confidando probabilmente in un accoglimento della loro richiesta sulla base di altre pronunce favorevoli.

La VI Sezione del Consiglio di Stato affrontava l’appello nella seduta del 20 luglio 2017, quasi sei mesi fa e quattro mesi prima della seduta in plenaria dello stesso Consiglio in cui si sarebbe dibattuta la complessa vicenda dei diplomati magistrali iscritti con riserva in GAE.

La sentenza decisa il 20 luglio scorso e attesa da ben sei mesi, è stata pubblicata, però, dopo quella decisa plenaria che aveva azzerato tutto.

Un ritardo di sei mesi che lascia perplessi, ma, al di là del disorientamento prodotto, pone un nuovo interrogativo: le due sentenze, in evidente contrasto tra di loro, sono entrambe valide?

Ancora. Potrebbero esserci in giro altre pronunce in ritardo di stesura che potrebbero scavalcare la sentenza n. 11 del 20 dicembre scorso con una pubblicazione tardiva?