Difendere la scuola non significa difendere nicchie parassitarie

Sulla stessa linea di Panini anche l’intervendo di Scrima, Cisl. Scrive infatti: “I tagli che insistentemente si annunciano sulla scuola si iscrivono a pieno titolo in questa visione economicista. Colpire in particolare l’area del sostegno scolastico, riducendo gli organici del personale specializzato ed aumentando anche il numero degli alunni per classe, rende molto bene l’idea di quale reale attenzione goda il sistema di formazione ed istruzione.

La retorica ufficiale lo celebra costantemente  per la sua centralità sociale, per il ruolo strategico che esprime nella costruzione del futuro del Paese e dei singoli, ma questo vale fintanto che i riflettori sono accesi (es. la prossima, e già annunciata, cerimonia di apertura del nuovo anno scolastico), a luci spente si ritiene “naturale” che  la musica diventi di ben altro tipo.

Così, insistendo su questa strada che vede peraltro la scuola in compagnia delle altre grandi aree di servizi sociali, si vanno comprimendo progressivamente gli spazi di solidarietà, aumentano gli squilibri e le differenze e – con essi – i pur declamati buoni propositi su un intervento deciso per alzare i livelli di giustizia contributiva e distributiva si manifestano semplicemente come surreali stati d’animo.

Sia chiaro che noi – sia come categoria sia come confederazione, non ci siamo mai sottratti – per nessun motivo e circostanza, al confronto serio e costruttivo sulla realtà del mondo del lavoro pubblico, sui numeri che lo costituiscono, sui compiti che lo gravano, sui problemi che lo affliggono. Nel settore scolastico come negli altri”.

Il che però non significa che difendere la scuola totu court significhi ” fare i paladini improvvisati e tentare la maldestra difesa di presunte nicchie parassitarie” – precisa.