Di Menna (Uil) sulla riforma Letta: serve l’aumento della spesa per l’istruzione

Occorre un’azione di governo di grande cambiamento: prioritario è mettere al centro l’istruzione e il sapere come volano per la coesione e lo sviluppo. Per fare questo occorre passare dalle parole a una decisione concreta:  alzare in Italia il rapporto tra spesa per istruzione e spesa pubblica come avviene in tutti paesi europei“. Così il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, commenta le dichiarazioni del premier Enrico Letta.

E aumentare le spese per l’istruzione, a parere del sindacalista, “si può fare solo in un modo, eliminando l’oppressione burocratica, le tante spese inutili che danno privilegi e disfunzioni al nostro Paese“.

Vorremmo che il riconoscimento della professione degli insegnanti e di tutti coloro che fanno funzionare la scuola pubblica sia considerato davvero, con risorse finanziarie in grado di riportare questa professione – afferma Di Menna – ai livelli europei, senza aumentare la spesa pubblica ma eliminando gli sprechi. Occorrono misure di vero cambiamento rispetto alle decisioni già assunte dal Governo di blocco del contratto e di riduzione delle retribuzioni. Questioni che con grande fatica stiamo cercando di risolvere“.

Per quanto riguarda gli ordinamenti e dunque interventi sulla durata dei cicli scolastici, “si può discutere di tutto, avendo a base – sottolinea il leader della Uil scuola – stabilità degli organici funzionali come atti propedeutici. Facciamo notare che  in sei scuole è in atto una sperimentazione, decisa con un decreto del ministro dell’istruzione, che prevede la riduzione di anno delle scuole superiori. È ora di non accavallare ipotesi contraddittorie in una scuola già sufficientemente stressata“.

Anche il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo ha commentato l’ipotesi di Letta: “Nel patto di coalizione presentato dal Presidente del Consiglio Enrico Letta, vi sono dei punti interessanti sui settori della conoscenza ma anche molte questioni rimaste senza impegni concreti“.

Sicuramente è positiva – afferma – l’intenzione di generalizzare, rendendola obbligatoria, la scuola dell’infanzia statale, il riordino dei cicli, che però deve essere finalizzato all’elevazione a 18 anni dell’obbligo scolastico e gli investimenti in edilizia scolastica. Ma – avverte il leader della Flc – non basta! Occorre investire di più in tutti i comparti della conoscenza e si devono assumere impegni precisi per i rinnovi dei contratti nei settori pubblici“.