Di Menna: Nel prossimo Dpef ci vorrebbe una scossa di modernizzazione

Il futuro ministro dell’Economia potrà dare subito un segnale, nel Dpef, per far capire se la scuola è una priorità o no per il nuovo Governo. Ne è convinto il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, secondo il quale più che una mega-riforma al settore serve “una scossa di modernizzazione“.

Cercando forse di ignorare il sostanziale silenzio della campagna elettorale sui problemi del nostro sistema di istruzione, Di Menna afferma che la scuola deve diventare “centrale per lo sviluppo del Paese e va fatto – spiega – un piano di sburocratizzazione ritenendo cruciale ciò che avviene nella didattica“. Il segretario della Uil Scuola punta la sua attenzione sul prossimo ministro dell’economia e dichiara che già nel prossimo giugno, con il documento di programmazione economico finanziaria si capirà come sarà considerata la spesa dell’istruzione rispetto al Pil.

Chiede investimenti per la scuola, ma dichiara la disponibilità del sindacato a un confronto per razionalizzare la spesa e tagliare gli sprechi privilegiando la qualità, a condizione però che il nuovo governo ritenga centrale l’istruzione.

Di Menna ricorda il rinnovo del contratto biennale (2008-2009), ma, realisticamente, suggerisce che “si può agire anche con una politica fiscale che riduca le tasse sul lavoro“.

Ma si può intervenire anche con piccole cose, precisa Di Menna, come, ad esempio, una card per favorire l’accesso degli insegnanti a musei e altre offerte culturali e prevedere la defiscalizzazione delle spese sostenute per l’acquisto di libri o pc“.

La preoccupazione maggiore, sottolinea il segretario sindacale, è quella di assicurare la continuità, perché “non é possibile che ogni volta si butti tutto a mare per ricominciare da capo. Bisogna tener conto delle esperienze fatte, soprattutto dalle scuole, e non perdere di vista il modello europeo“.