Devolution/2: quali conseguenze per la scuola

E ora che succede? Ci saranno impatti sull’attuazione della riforma Moratti? Niente di tutto questo, per il momento. Vediamo allora quali saranno i prossimi passaggi e come potrebbe mutare lo scenario all’interno del quale opera la scuola.
Sullo schema di disegno di legge sulla devolution si aprirà ora un confronto politico con gli altri soggetti istituzionali. Ci sarà subito un passaggio formale alla conferenza unificata Stato-Regioni e autonomie locali. Successivamente il provvedimento, ritornato in Consiglio dei ministri per il varo definitivo, sarà presentato in Parlamento per i prescritti quattro passaggi necessari per l’approvazione definitiva delle leggi di modifica della Costituzione.
Il nuovo quadro costituzionale, qualora dovesse essere approvato dal Parlamento, è certamente destinato a incidere sulla configurazione e sull’assetto attuale del sistema d’istruzione. Si tratta di un processo lungo che per il momento non avrà però influenza sulle scelte fatte con la riforma Moratti. E ciò anche se si è ormai consolidato l’orientamento – che non si può condividere – che sia sufficiente l’avvio di una iniziativa legislativa per “bloccare” i processi di attuazione delle leggi in vigore.
Il possibile scenario futuro contiene inoltre un elemento che può concorrere a sciogliere una ambiguità: mentre nella legge di riforma Moratti sembra bandito il riferimento ai programmi scolastici, in quanto si parla di piani di studio personalizzati (una parte dei quali sono riservati alle regioni), lo schema di riforma costituzionale parla invece di “definizione della parte dei programmi scolastici e formativi” da parte delle regioni. Siamo di fronte a un mancato coordinamento o a un tentativo di ripescaggio dei programmi? Su questo appare opportuno fare chiarezza.
Un’altra conferma dell’esistente il disegno di legge costituzionale sembra darla in tema di autonomia delle istituzioni scolastiche, che viene garantita nei confronti di tutti i livelli di governo, statale e regionale.