Decreto: i commenti di Cisl, Uil e Cgil

Un buon provvedimento. Non risolutivo di tutti i problemi che si sono via via accumulati nel tempo, ma senz’altro una direzione di marcia giusta”. E’ il giudizio di Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, al decreto approvato ieri.

Niente tagli, e già questo è un dato significativo, e un’attenzione che ci sembra più convinta su aspetti che incidono sul pieno esercizio del diritto allo studio. Un nuovo piano triennale di assunzioni, il consolidamento dei posti di sostegno e la conseguente stabilizzazione del lavoro, qualche risorsa in più per la formazione, sono risposte concrete a problemi per i quali invochiamo da tempo soluzione”. Per la Cisl scuola anche la scelta di affidare alla Scuola Superiore di Amministrazione il reclutamento dei dirigenti scolastici è “apprezzabile, dopo le non esaltanti esperienze di questi anni”.

Più cauto è il giudizio di Scrima  sulle parti del decreto che hanno implicazioni di tipo contrattuale: “Che si aprano tavoli di negoziato ci va benissimo; nessuno pensi, però, di farne il luogo di ratifica di decisioni già prese”.

Anche per il segretario della Uil scuola, Massimo Di Menna, il decreto va nella direzione giusta nel dare certezza e continuità al lavoro nella scuola, nell’azione didattica e dei servizi. “Quel che emerge da una prima lettura – per una valutazione più puntuale bisogna leggere il testo del decreto, mette in chiaro Di Menna – è un giudizio positivo: a partire dall’aumento dei posti di organico di diritto per gli insegnanti di sostegno, al piano triennale, alle assunzioni, fino ad oggi bloccate, per il personale Ata”.

Ma ora “serve un cambio di passo sul fronte del riconoscimento e della valorizzazione del lavoro.
Il Governo deve tornare sulle decisioni che hanno condotto al blocco del contratto e alla sospensione degli scatti di anzianità. Una buona scuola è fatta dal lavoro di ogni giorno di insegnanti e personale della scuola al quale (unica categoria) non va imposta una doppia penalizzazione: senza contratto e senza progressione per anzianità”.

La Flc Cgil, a sua volta, parla di un “primo passo per invertire le politiche degli ultimi anni”, giudicando “condivisibile lo sforzo per  migliorare il welfare studentesco, l’eliminazione del bonus maturità, la riduzione dei costi dei libri di testo, gli ulteriori interventi per l’edilizia scolastica e per la lotta alla dispersione”. 

Tuttavia, come puntualizza il segretario del sindacato Mimmo Pantaleo, “Riteniamo invece che l’attribuzione di una quota premiale del fondo ordinario agli enti di ricerca sulla base dei risultati della valutazione sulla qualità della ricerca sia profondamente sbagliata, in quanto i parametri utilizzati dall’Anvur sono inadeguati. Peraltro le risorse sulla ricerca continuano ad essere del tutto insufficienti”. I

l lavoro nei comparti pubblici, a suo giudizio,  “deve tornare a essere un valore e non può più essere penalizzato in termini salariali e di riconoscimento professionale. Il rinnovo dei contratti nazionali nei settori pubblici e il superamento del blocco degli scatti d’anzianità per la scuola non possono più attendere, se si vuole favorire il protagonismo dei lavoratori della conoscenza nel migliorare il nostro sistema di istruzione e ricerca”.