Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Ddl Buona Scuola. L’integrazione degli stranieri sottotono

C’è una problematica sociale e scolastica che l’iniziale testo della Buona Scuola aveva solamente sfiorato a settembre, ma che il ddl in via di approvazione alla Camera, a nostro parere, non ha affrontato in modo convincente. Ci riferiamo alla questione degli alunni stranieri e alle misure ritenute necessarie per la loro integrazione.

Degli alunni stranieri si parla espressamente soltanto al comma 32 del testo a proposito di orientamento, prevedendo che “Le attività e i progetti di orientamento scolastico nonché di accesso al lavoro sono sviluppati con modalità idonee a sostenere anche le eventuali difficoltà e problematiche proprie degli studenti di origine straniera”.

Un po’ poco. Ancora una volta il problema viene rimesso alla capacità e alla responsabilità delle istituzioni scolastiche autonome, per le quali, però, non viene previsto alcun sostegno in termini di risorse umane, strumentali od economiche, tanto che nel secondo periodo del citato comma 32 si precisa che “All’attuazione delle disposizioni del primo periodo si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.

In nessuna altra parte del testo si parla esplicitamente dell’integrazione di alunni stranieri (ad esempio, alunni per classe, mediatore culturale, attività extrascolastiche dedicate, ecc.), rimettendo implicitamente all’autonoma capacità delle istituzioni scolastiche di trovare le soluzioni opportune per realizzare l’obiettivo dell’integrazione.

In tempi in cui le drammatiche vicende internazionali evidenziano l’importanza di una convincente integrazione degli stranieri proprio a cominciare dalla loro formazione di base in un contesto di convivenza quale può essere la scuola, era logico aspettarsi uno sforzo maggiore per non lasciare sole le scuole e gli insegnanti. O no?

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