
Violenze a scuola: il pagamento per danno reputazionale può servire da deterrente contro le aggressioni al personale scolastico?

Il sindacato Dirigenti Scuola ha reso noto che dall’inizio dell’anno si sono registrate 26 aggressioni ai presidi da parte di familiari degli alunni. “Siamo preoccupati – dichiara il sindacato. Occorre la certezza della pena sì, ma anche la certezza di misure restrittive immediate anche di natura diversa da quelle penali che diano riscontro ad una condizione di impunità non più tollerabile. C’è una nuova emergenza sociale, ancorché educativa, da affrontare, lo Stato deve far sentire la sua presenza e deve garantire maggiori controlli e una maggior sicurezza ai dipendenti della scuola…”
Sulle aggressioni al personale scolastico è in dirittura d’arrivo una proposta di legge – primo firmatario Rossano Sasso della Lega – già approvata alla Camera e ora al Senato, che prevede un inasprimento delle pene per chiunque usi violenza fisica o morale nei confronti degli insegnanti e di chiunque lavori a scuola. È previsto anche un Osservatorio nazionale sulle violenze a scuola e vari momenti formativi.
Sul numero delle aggressioni a scuola, il ministro Valditara, nel corso dell’intervista al Corriere ha precisato che, nell’archivio delle aggressioni da lui costituito, risulta che “Lo scorso anno scolastico abbiamo contato 36 casi, da settembre sono 26. Direi che è un fenomeno stabile”.
“Sono più gli studenti o i genitori ad aggredire? ha chiesto l’intervistatore. “A crescere sono i casi che vedono responsabile un familiare: quest’anno sono più che raddoppiati (+111 per cento), mentre sono in flessione quelli ad opera degli studenti (-11 per cento). L’anno scorso erano metà e metà quest’anno oltre il 70 per cento delle aggressioni è avvenuto per mano di un familiare. Segno evidente che l’azione che stiamo portando avanti nelle scuole perché vi sia rispetto per gli insegnanti e le regole sta iniziando a dare i suoi frutti”.
È stato fatto notare al ministro che le aggressioni a scuola sono un fenomeno molto più contenuto di quelle ai medici che si contano in migliaia all’anno, e il preside aggredito avrebbe parlato di proteggere le scuole con la forza pubblica.
Valditara ha escluso una simile ipotesi. “Se guardiamo al fenomeno con lucidità questa è una soluzione impraticabile e forse anche inutile. Preferisco lavorare per una rivoluzione culturale e per far sì che accanto alla pena detentiva, che spesso non è applicata, si preveda anche il risarcimento del danno di immagine: come si dice… toccare il portafoglio può essere un deterrente”.
Appunto: il danno reputazionale.
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