Dalla piazza alla sfida: recuperare la centralità del docente

La scuola ritorna al futuro? E’ questo lo scenario da ipotizzare dopo la poderosa manifestazione promossa dal Partito Democratico? E’ presto per tirare le somme, la protesta non ha ancora dispiegato, e non sappiamo se ne dispiegherà alcuno, i suoi effetti sulle iniziative legislative del Governo. Tuttavia sembra possibile incominciare a raccogliere ragionamenti utili e a mettere alcuni punti fermi.

Non si può disconoscere che le manifestazioni di questo periodo hanno avuto il pregio di accendere un dibattito vivo sull’attuale organizzazione del sistema educativo. E’ diffusa la consapevolezza che la scuola italiana non funziona come vorremmo, la sua corrispondenza alla crescita culturale e civile del paese è problematica, la preparazione degli studenti è deludente, e che le colpe delle gravi difficoltà del sistema vengono da lontano e tutti sono responsabili. Ma i processi attivati, che coinvolgono negli interessi profondi e nelle prospettive del futuro la quasi totalità della popolazione, non sembrano offrire una visione di sistema ed una prospettiva di sviluppo.

In questo quadro, pur nella diversità delle responsabilità, tutti sono chiamati a dare un contributo fattivo nel ricostruire il sistema scuola, evitando la “scorciatoia dell’imporre, senza confronto, situazioni confezionate dall’alto”, senza tenere in debita considerazione tutte le parti coinvolte

Prima che sia troppo tardi, ed in linea con l’invito del Presidente della Repubblica al buon senso e alla moderazione, si apra dunque un tavolo del confronto per l’avvio di una fase di esplorazione e di definizione di condivise politiche del personale docente idonee a valorizzarne il merito e a sostenerne lo sviluppo professionale.