Crisi di Governo. Quel che si rischia di perdere

Mercoledì 20 luglio sapremo se la legislatura si interrompe qui con le elezioni anticipate in autunno oppure proseguirà fino al suo termine naturale previsto per l’anno prossimo.

Lo scenario probabile che si prospetta è quello del Governo di Mario Draghi arrivato al termine per effetto della conferma probabile delle sue dimissioni.

Con le dimissioni confermate, il presidente Mattarella difficilmente vorrà tentare di dar vita ad un nuovo Governo e sarà costretto a sciogliere le Camere.

In questo caso l’attuale Esecutivo (fatta salva l’ulteriore complicazione delle possibili dimissioni dei ministri pentastellati) resterà in carica per l’ordinaria amministrazione fino alle elezioni anticipate, mentre il Parlamento sarà privato delle sue normali prerogative e interromperà qualsiasi attività legislativa.

In questo scenario, a dir poco drammatico, quali prospettive si aprono per la scuola e per le sue riforme previste dal PNRR? Ci potrebbero essere riflessi anche sul rinnovo contrattuale per il personale scolastico?

Per il rinnovo del contratto potrebbe cadere ogni speranza di potere disporre di un incremento di risorse che soltanto la prossima legge di bilancio potrebbe assicurare.

La legge 79 che ha convertito il DL 36 in attuazione del PNRR, prevede per la scuola almeno 15 decreti di attuazione, di cui alcuni in scadenza a fine mese e uno, il 170 per la prevenzione e il contrasto alla dispersione, già pubblicato il 24 giugno scorso.

Ricordiamo che quei decreti di attuazione riguardano, tra l’altro, la formazione iniziale abilitante per i futuri docenti della secondaria, l’istituenda scuola di Alta Formazione del sistema pubblico di istruzione, la formazione incentivata, il reclutamento degli insegnanti.

Tra i decreti vi sono anche alcuni DPCM (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri), il primo dei quali “di concerto con i Ministri dell’istruzione e dell’università e della ricerca, da adottare entro il 31 luglio 2022”, con il quale “sono definiti i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa per la formazione iniziale”. Mancano pochi giorni alla scadenza, potrebbe essere il primo atto a pagare l’effetto della crisi.

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