Corso-concorso? Per quanti posti: 60mila? 120mila?
L’incontro in programma al ministero tra poche ore con le rappresentanze sindacali della scuola dovrebbe finalmente chiarire le linee di intervento per le assunzioni del personale docente inserite nell’atteso decreto legge sulla scuola.
Da quando con il DL 44/2021 il ministro Brunetta ha introdotto semplificazioni nell’espletamento dei concorsi è trascorso inspiegabilmente un mese in attesa di una decisione o di un chiarimento ministeriale che non è mai arrivato, soprattutto in riferimento ai concorsi ordinari, il primo dei quali (per infanzia e primaria) è da tempo pronto per affrontare le prove preselettive.
La previsione di un corso-concorso per titoli di cui si parla non può essere alternativa al concorso ordinario, del quale 45.863 posti sono già stati accantonati.
Ci sono varie ipotesi sui posti coperti con questo corso-concorso: 60mila? di più? meno?
C’è chi si spinge a prevedere e richiedere – come fa il sen. Mario Pittoni della Lega – il reclutamento di almeno 120mila docenti in risposta all’elevato numero di supplenze annue o fino al termine conferite quest’anno (stimato da alcuni intorno alle 200mila unità).
In proposito riteniamo opportuno un chiarimento sugli ambiti di intervento del reclutamento, distinguendo tra nomine in ruolo e conferimento di supplenze, in riferimento alla sostanziale differenza tra organico di diritto e organico di fatto.
Possono andare a concorso per le immissioni in ruolo soltanto i posti vacanti e disponibili in organico di diritto; gli altri posti vanno a supplenza.
Il portale dati del ministero riporta, tra l’altro, la situazione del 2019-20 relativa ai docenti con contratto a tempo determinato. Sono stati 186.004, di cui 37.910 (20%) con nomina annuale e 148.094 (80%) con nomina fino al termine delle lezioni (30 giugno).
Le quasi 38mila nomine annuali sono riferite a posti vacanti in organico di diritto, quasi tutti disponibili anche per le nomine in ruolo (una quantità imprecisata non è disponibile in quanto il titolare svolge un incarico amministrativo o sindacale fuori dalla scuola).
Se davvero quest’anno sono stati conferiti 200mila contratti a tempo determinato, quelli di durata annuale su posti vacanti utili per le immissioni ruolo potrebbero essere poco meno di 40mila a cui dovrebbero essere aggiunti circa 35 mila posti lasciati vacanti dal prossimo settembre per il pensionamento di altrettanti docenti.
Solo il 50% andrebbe a concorso, mentre l’altra metà sarebbe appannaggio delle GAE.
Pur nella non esaustività dei dati noti, è evidente che l’ipotizzato corso-concorso per titoli coprirà soltanto una quota minoritaria dei 200mila posti precari. La restante quota andrà, come sempre, a supplenza da conferire augurabilmente per l’inizio delle lezioni.
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