Convegno Treellle. Applausi per Francesco De Sanctis (1861)

Il ministro Giuseppe Fioroni è intervenuto questa mattina alla presentazione del Quaderno n. 5 della Associazione Treellle, dedicato al tema “Per una scuola autonoma e responsabile“.

Il ministro ha parlato dopo gli interventi introduttivi di Andreas Schleicher, ricercatore dell’OCSE, e di Attilio Oliva, presidente di Treellle, molto critici sulle anomalie e sui malanni della scuola italiana, e fautori (soprattutto Oliva) di terapie radicali per il suo rilancio, a partire da una vera autonomia organizzativa, finanziaria e didattica, accompagnata da una drastica riduzione del personale docente (200.000 unità di troppo, rispetto alla media europea).

Giuseppe Fioroni ha svolto un intervento assai realistico, e ha gettato molta acqua sull’incendio appiccato, un po’ provocatoriamente, dal presidente di Treellle: i precari possono stare tranquilli, l’Italia ha bisogno di quegli insegnanti in più a causa della sua struttura amministrativa e orogeografica (7000 piccoli Comuni situati in zone difficili), e anche per mantenere l’elevato standard di integrazione dei disabili che la caratterizza (gli oltre 80.000 docenti di sostegno). Anche su altri punti il ministro è stato rassicurante, ed è stato applaudito in più occasioni: per esempio quando ha promesso di fare meno “comunicazione istituzionale” e di dare invece più risorse alle scuole. Oppure quando ha detto che non intende sprecare soldi per sottoporre gli insegnanti a inutili valutazioni cartacee: meglio darli direttamente agli interessati, quei soldi.

Ma l’applauso più forte la platea l’ha riservato a un passaggio di un discorso pronunciato in Parlamento da Francesco De Sanctis nel 1861, citato da Attilio Oliva. Eccolo: “Sì, Signori, è questa ingerenza minuta in tutte le cose, – diceva De Sanctis – questa smania di istruzioni, di circolari per regolare ogni minimo passo che deve fare il professore… voi vedete un sistema fondato sopra un sospetto generale, che si ha verso i professori… che fa sì che l’insegnamento, per troppo zelo dei medici, si trovi ammalato… questo stato di cose è intollerabile: deve cessare e cesserà“.

Un applauso da interpretare, perché se da un lato segnala l’insofferenza degli insegnanti verso le interferenze burocratiche, la buropedagogia e la comunicazione istituzionale unidirezionale, dall’altro potrebbe esprimere anche la loro istintiva diffidenza verso forme di valutazione/ rendicontazione dei loro comportamenti professionali.